Fa volare il cane Chewe dal secondo piano: il giudice ha deciso la condanna per il vicino di casa
Ricordate la storia del cane Chewe? Il vicino lo aveva fatto cadere dal secondo piano della palazzina in cui viveva
In molti ricorderanno la storia del cane Chewe, lanciato dal secondo piano della palazzina in cui viveva da un vicino di casa. Il cucciolo era stato poi ricoverato e sottoposto a diversi interventi. Fortunatamente, è riuscito a scampare alla morte.
La vicenda si era diffusa sul web e il vicino, un allevatore di circa 79 anni, era stato accusato di maltrattamento nei confronti degli animali. Adesso, si è giunti alla fine del processo e si è decisa una condanna di quattro mesi e un risarcimento di mille euro nei confronti dell’autore del gesto.
L’avvocato della difesa ha però intenzione, secondo quanto riportato, di ricorrere in appello, poiché la ricostruzione dei fatti da parte dell’accusa non sarebbe quella esatta.
Si era diffusa la notizia che il vicino, infastidito dalla presenza del cane, lo aveva gettato di sotto, spingendolo con il manico della scopa. Ma l’accusato, davanti al giudice, ha poi raccontato una differente versione. Ha dichiarato che il cucciolo era finito sul suo terrazzo e che lui, con la scopa, lo aveva accompagnato fino al suo balcone, nel tentativo di farlo tornare a casa sua. Ma Chewe, invece di saltare, sarebbe tornato indietro e si sarebbe incastrato tra le fioriere per poi precipitare giù per otto metri. Non solo, il 79enne ha anche affermato che il cucciolo aveva iniziato a ringhiare e lo aveva anche morso.
Le testimonianze dopo l’incidente del cane Chewe
Purtroppo il proprietario non era in casa al momento dell’incidente, avvenuto intorno alle 14:00. Gli altri vicini hanno testimoniato di aver visto il momento della caduta, ma non come sia avvenuta. Una signora però, che si trovava a passare proprio sotto il palazzo, ha invece testimoniato di aver visto l’uomo spingere il cane. La sua attenzione era stata attirata dalle grida di qualcuno che continuava a ripetere “Non lo buttare”. Poi, aveva visto l’uomo con la scopa e il cane cadere giù, fino a schiantarsi.
Ma l’accusa ha ritenuto la sua testimonianza inattendibile, perché da quella distanza le immagini non potevano essere così chiare.
L’animale non è morto, per fortuna. Aveva riportato traumi alle zampe e un trauma addominale. Il giudice, alla fine, ha deciso di accusare il 79enne di maltrattamento di animale e di imporgli la pena minima per i reato. Quattro mesi di reclusione e un risarcimento di mille euro.