Alberto Scagni aggredito dal compagno di cella: salvato da una guardia carceraria
È stata una guardia carceraria a salvare Alberto Scagni, aggredito dal suo compagno di cella
Una notizia che si è diffusa poche ore fa attraverso tutte le testate giornalistiche. Alberto Scagni è stato aggredito dal suo compagno di cella e salvato da una guardia carceraria, che ha evitato il peggio. L’altro detenuto continuava ad inveire su di lui, nonostante fosse ormai a terra.
A confermare quanto accaduto, è stata la UilPa, il sindacato di Polizia Penitenziaria. Non è chiaro quali siano le motivazioni dietro l’aggressione, il compagno di cella ha sfogato la sua rabbia su Alberto Scagni e ha continuato a colpirlo fin quando non è intervenuta una guardia carceraria, che è riuscita a separare i due detenuti.
Alberto è stato trasferito in una cella isolata, ha riportato una prognosi di 7 giorni. In breve tempo, la notizia ha fatto il giro del web, suscitando tanto scalpore tra gli utenti.
Alberto Scagni e il delitto della sorella Alice
L’uomo è stato condannato a 24 anni e sei mesi di reclusione per il delitto della sorella Alice Scagni. Un fatto di cronaca che tutti ricordano, avvenuto il 1 maggio dello scorso anno. Più volte la famiglia aveva denunciato i comportamenti minacciosi di Alberto e aveva chiesto aiuto al centro di igiene mentale, ma nessuno è mai intervenuto in aiuto dell’uomo. Anche quello stesso giorno, dopo l’ennesima minaccia telefonica, il padre aveva chiamato le forze dell’ordine. Poco dopo, Alberto si è presentato sotto casa si sua sorella Alice e ha messo per sempre fine alla sua vita con diverse coltellate.
Il marito della donna si trovava in casa con il figlio ed è stato costretto a vedere l’intera scena dalla finestra. Alberto Scagni è stato subito fermato e arrestato. La famiglia ha più volte sottolineato e denunciato le numerose segnalazioni fatte sul ragazzo, che negli ultimi tempi presentava un comportamento violento e minaccioso. Pretendeva soldi, sempre più soldi, arrivando a minacciare di mettere fine alla vita dei suoi genitori. Aveva anche dato fuoco alla porta della casa della nonna, dopo che l’anziana signora si era rifiutata di accettare, ancora una volta, le sue richieste.