Alberto Scagni non ha risposto alle domande del giudice: si è avvalso della facoltà di non rispondere
Alberto Scagni, il Gip ha convalidato l'arresto per omicidio volontario premeditato: la Procura ha richiesto una perizia psichiatrica
Alberto Scagni, l’uomo che ha ucciso a coltellate la sorella Alice, non ha risposto alle domande del giudice e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il Gip ha convalidato il suo arresto per omicidio volontario premeditato e la Procura ha richiesto una perizia psichiatrica. Gli inquirenti vogliono capire se l’assassino sia in grado di intendere e di volere.
I risultati della perizia psichiatrica saranno fondamentali per la sua condanna e la sua posizione nel processo.
Alberto si è recato a casa di sua sorella Alice Scagni la scorsa domenica 1 maggio. Dopo aver discusso a lungo sotto l’abitazione della donna a Genova, l’omicida ha tirato fuori un coltello e l’ha uccisa.
La giovane moglie e madre è morta dopo circa 17 coltellate all’addome e alla schiena. I vicini, allarmati dalle sue urla, hanno lanciato subito l’allarme alle forze dell’ordine e ai soccorritori. Purtroppo nessuno ha potuto fare nulla per salvare la vittima. Il marito, che ha visto la scena dalla finestra, ha riconosciuto il cognato e lo ha descritto agli agenti. Quest’ultimi lo hanno arrestato poco dopo.
La madre dei due fratelli ha rilasciato una dichiarazione, spiegando che più volte aveva denunciato le minacce del figlio e aveva allarmato l’igiene mentale, ma nessuno ha mai fatto nulla. Quella stessa domenica mattina, aveva chiamato il 112, come ha spiegato all’Ansa, ma le era stato detto di presentare la denuncia il lunedì successivo. La sera dello stesso giorno è avvenuta la tragedia. Ha confessato di aver avuto paura, ma che non si aspettava che a rimetterci la vita sarebbe stata la sua Alice.
Sembrerebbe che Alberto Scagni avesse minacciato più volte la famiglia e la stessa sorella per le sue richieste continue di soldi. I rapporti con Alice ultimamente erano molto tesi, come testimoniano alcuni post pubblicati sui social dallo stesso omicida. Quel giorno però l’uomo è andato a casa della sorella con un coltello, un dettaglio che potrebbe provare che avesse premeditato di ucciderla.
Le parole della madre di Alberto Scagni
Antonella Zarri, questo il nome della madre di Alberto e Alice, punta il dito contro le autorità, che non hanno fatto nulla per evitare il dramma. Secondo la donna, il figlio si trovava in una fragile situazione mentale e le richieste di soldi avrebbero soltanto innescato la sua furia.
Alberto si poteva fermare prima, e Alice poteva essere salvata. Invece, nonostante io abbia dato alla società due figli, per l’incuria e l’incapacità delle forze dell’ordine e del servizio di salute mentale li ho persi entrambi. Negli ultimi cinque giorni abbiamo chiamato il 112 cinque volte supplicando attenzione, ma nessuno è intervenuto.
La donna ha aggiunto che si erano accorti dei problemi di Alberto circa due mesi fa, ma nonostante le segnalazioni nessuno ha fatto niente.
Alberto aveva bisogno di un aiuto che noi non riuscivamo più a dare e quello che gli davamo ormai gli faceva solo male. Aveva bisogno di un aiuto psichiatrico. Ma quando abbiamo chiamato l’igiene mentale ci hanno dato appuntamento dopo un mese. Avrebbe dovuto avere la visita il due maggio.
Il 2 maggio Alberto avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita, una data a cui la famiglia non è riuscita ad arrivare. Il 1 maggio l’uomo ha brutalmente ucciso sua sorella sotto la sua casa.