Alessia Pifferi: trovato l’uomo proprietario del flacone di En

Le autorità hanno rintracciato l'uomo che secondo Alessia Pifferi ha lasciato la boccetta dell'ansiolitico nel suo appartamento

Sembrerebbe che su una cosa Alessia Pifferi non abbia mentito. Ha raccontato agli inquirenti che il sedativo trovato in casa era di proprietà di un uomo che aveva trascorso la notte da lei.

Nessuna premeditazione Alessia Pifferi

Secondo quanto diffuso dal Corriere di Milano, sembrerebbe che gli investigatori siano riusciti a trovare l’uomo indicato dalla madre della piccola Diana.

L’En apparteneva ad un uomo con cui Alessia Pifferi aveva una relazione

Dopo l’interrogatorio, quell’uomo ha ammesso davanti alle autorità di essere il proprietario della boccetta di En trovata a casa della Pifferi, ma ha anche dichiarato di non ricordare quanto farmaco fosse rimasto. Ciò quindi non esclude che Alessia potrebbe averlo messo nel latte della sua bambina, per tenerla calma fino al suo rientro.

Pena esemplare per Alessia Pifferi

Il sospetto degli inquirenti è nato per via del fatto che nessuno, in quel palazzo, abbia sentito piangere Diana. Come una bambina così piccola, mentre moriva di stenti, non ha nemmeno urlato per la troppa fame, sete, per il troppo caldo?

Saranno soltanto i risultati delle analisi che la polizia scientifica sta effettuando sul biberon trovato accanto al corpo senza vita della bambina, a confermare o smentire la terribile ipotesi. Se dovessero risultare tracce del potente ansiolitico, si tornerà sull’accusa di premeditazione, al momento lasciata cadere dal Gip dopo l’interrogatorio in carcere.

Pena esemplare per Alessia Pifferi

Alessia Pifferi, secondo il giudice, non aveva premeditato di uccidere la figlia. L’ha lasciata sola, aveva in programma di stare via per un massimo di tre giorni. Tre giorni che poi sono diventati sei. Si sarebbe quindi resa conto che Diana fosse davvero in pericolo di vita, nei successivi giorni trascorsi a Leffe. Eppure, non se ne è preoccupata, non è tornata da sua figlia, nemmeno quando si è recata a Milano con il suo compagno, perché questo doveva sbrigare questioni di lavoro.

Ha spiegato agli investigatori di aver pensato a Diana, ma di aver sperato che ciò che le aveva lasciato le bastasse. Non ha voluto interrompere le giornate con il compagno, perché erano in crisi e lei doveva capire se con lui ci fosse la possibilità di un futuro. Ha anteposto la sua ossessione per l’uomo, al benessere del frutto del suo grembo. D’altronde, Alessia PIfferi ha ammesso che per lei Diana era un peso alla vita che voleva, una bimba non cercata. E non era la prima volta che la lasciava per giorni da sola, con accanto un solo biberon di latte.