Alessio Buonocore, piccolo tifoso del Napoli, ha perso la sua battaglia a soli 16 anni
Era arrivato alla cronaca dopo che in molti lo avevano preso in giro allo stadio del suo Napoli: Alessio Buonocore non ce l'ha fatta
Si è conclusa con il più tragico degli epiloghi la vita di Alessio Buonocore. Il ragazzino aveva solo 16 anni, viveva a Napoli, nei quartieri spagnoli, e da anni lottava con un brutto male che alla fine lo ha sconfitto. Nel 2018 era arrivato alla cronaca per essere stato preso di mira da coloro che lo avevano visto allo stadio, mentre accompagnava i suoi beniamini della squadra partenopea in campo.
Il fenomeno del bullismo e del più nuovo cyberbullismo è purtroppo sempre più diffuso nel mondo e in Italia. Secondo una ricerca effettuata dall’UNICEF sarebbero circa 246 milioni i bambini e adolescenti che, ogni anni, subiscono una qualsiasi forma di bullismo.
Prese in giro gratuite che, secondo gli esperti, portano poi i bambini ad avere problemi personali e relazionali anche negli anni a venire, fino all’età adulta.
Sempre più in crescita anche il fenomeno del cyberbullismo e del body shaming online. Sono sempre di più, infatti, i bambini che subiscono prese in giro e insulti gratuiti sui social da parte dei coetanei.
Insulti che a volte, purtroppo, portano le vittime a chiudersi e ad abbassare la propria autostima fino anche a prendere delle decisioni tragiche.
La storia di Alessio Buonocore
Il piccolo Alessio Buonocore è diventato suo malgrado “famoso” nel 2018, in una maniera che mai avrebbe voluto e in quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita.
Tifoso sfegatato del Napoli, aveva esaudito il suo sogno di poter scendere in campo insieme ai suoi idoli, i calciatori della sua squadra del cuore. Con la divisa azzurra addosso ha accompagnato i suoi beniamini sul rettangolo verde nella partita contro il Sassuolo.
Come al solito le telecamere hanno inquadrato i calciatori e i piccoli accompagnatori, lui compreso.
Subito dopo in tantissimi hanno iniziato a prenderlo in giro per la sua obesità. Lo hanno definito “grasso”, senza sapere che la sua condizione era dovuta ad una malattia molto rara.
Il suo caso fece clamore a livello nazionale e pochi giorni dopo l’episodio, il Napoli lo aveva invitato al centro sportivo per assistere agli allenamenti e incontrare i propri idoli.
Oggi questa storia ha assunto una piega ancora più triste, perché quella battaglia Alessio l’ha purtroppo persa e se ne è andato per sempre a soli 16 anni. Un dolore enorme per la sua famiglia, ma anche per la città di Napoli che lo aveva preso a cuore e “adottato” come proprio figlio.