Alija Hrustic, si prepara un nuovo processo: la Corte d’Appello dovrà rivalutare l’ergastolo

L'ultima sentenza aveva fatto cadere l'ergastolo e condannato Alija Hrustic a 28 anni di reclusione, ma ora la pena dovrà essere rivista

Un processo d’Appello bis, è questa la decisione per rivalutare le accuse nei confronti di Alija Hrustic, il 28enne arrestato per aver tolto a vita al figlio di due anni a Milano nel 2019.

processo Alija Hrustic

L’ultima sentenza aveva visto cadere l’accusa dell’ergastolo e una condanna di 28 anni di reclusione. Per i giudici non c’era stata volontà da parte di Alija Hrustic di mettere fine alla vita del suo bambino e di torturarlo.

Tuttavia, la Cassazione parla di un sistema di pestaggio nonostante la mancata possibilità di difendersi di un minore fragile e di sofferenze corporali inflitte con “bruciature, calci, pugni e morsi“. Ed è così arrivata la decisione della Suprema Corte che ha stabilito che sarà necessario un nuovo processo per rivedere le accuse nei confronti di Alija Hrustic.

processo Alija Hrustic

I Giudici dell’Appello Bis dovranno valutare l’accusa di tortura anche per quanto il bambino di due anni ha subito nei giorni precedenti al delitto. La situazione potrebbe quindi tornare come prima e il 28enne condannato nuovamente alla pena dell’ergastolo.

L’arresto di Alija Hrustic

Dopo quanto fatto al piccolo Mehmed, il padre si era dato alla fuga, ma era stato poi rintracciato ed arrestato alle forze dell’ordine. Aveva subito confessato il suo gesto, dando la colpa alla sua rabbia. Non riusciva a dormire e aveva reagito in modo incontrollabile. Ma non era la prima volta, gli inquirenti ai tempi lo avevano accusato di vessazioni inflitte sia al bambino che alla moglie anche nei giorni precedenti. Aveva anche provocato ustioni al minore, con un accendino, sotto le piante dei piedi.

processo Alija Hrustic

La moglie e madre del piccolo viveva sotto le sue minacce, avrebbe messo fine alla vita dell’intera famiglia se lei avesse anche solo pensato di andarsene o se si fosse recata dalle forze dell’ordine. E così era costretta a farsi picchiare con calci, pugni, con la cintura o il bastone della scopa e a vedere fare lo stesso sul suo bambino di soli 2 anni.