Amanda Knox condannata: i giudici italiani hanno deciso
I giudici della Corte d'Appello di Firenze hanno deciso di infliggere una pena a tre anni di reclusione per Amanda Knox
I giudici della Corte d’Appello di Firenze hanno emesso una condanna nei confronti di Amanda Knox, la ragazza americana coinvolta nel caso del decesso di Meredith Kercher. Proprio in merito a quel delitto di Perugia, per il quale la famiglia della vittima aspetta ancora la vera giustizia, l’ex fidanzata di Raffaele Sollecito ha ricevuto un’altra condanna.
L’americana, oggi diventata mamma, ha dovuto tornare in Italia per assistere alla lettura della sentenza, che è stata emanata nella mattinata di mercoledì 5 giugno, dalla Presidente del collegio giudicante Anna Maria Sacco.
L’imputata era presente alla lettura della sentenza. È arrivata dagli Stati Uniti con il marito Christopher Robinson per assistere al processo a suo carico. Assente invece la parte offesa in questa discussione processuale, Patrick Lumumba.
I giudici fiorentini hanno condannato Amanda Knox a tre anni di reclusione. L’accusa rivolta nei suoi confronti era quella di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Il riferimento è al delitto della studentessa inglese, avvenuto a Perugia il primo novembre del 2007.
La 36enne comunque non andrà mai in carcere. Ha già scontato preventivamente quattro anni, prima di essere assolta, proprio come Raffaele Sollecito, per l’omicidio della giovane ragazza britannica. Amanda aveva più volte accusato Patrick di essere il colpevole.
La condanna ad Amanda Knox per aver calunniato Patrick Lumumba
Durante l’udienza, la donna ha raccontato di non aver voluto testimoniare contro Patrick, era un suo amico, oltre che essere il suo capo al lavoro. Non voleva accusare un amico innocente, lei non sapeva chi fosse l’assassino di Meredith.
Lo accusò per le pressioni che la polizia le fece durante gli interrogatori, per scoprire cosa fosse successo quella notte nella villetta in cui Meredith Kercher ha perso la vita. La 36enne ha puntato il dito contro la polizia che l’ha interrogata in una lingua che non conosceva,. Inoltre le avrebbero dato della bugiarda. Infine, secondo quanto riferito, non avrebbero tenuto conto della sua giovane età e del fatto che fosse disperata perché la sua amica era stata uccisa.