Amedeo Grisi, cantante di soli 49 anni, si è spento dopo una lunga lotta con la SLA
Amedeo Grisi soffriva di SLA dal 2015 e nell'estate del 2021 aveva deciso di interrompere le cure e raggiungere quella che definiva libertà
Una notizia davvero drammatica ha sconvolto, nelle ore scorse, il mondo della musica italiana. Amedeo Grisi, cantautore e poeta sanremese è morto dopo aver lottato per molti anni con una tremenda malattia. Circa un anno fa aveva scelto di rinunciare alle cure e di tornare a quella che lui ha sempre definito “libertà”.
Il suo non era certamente uno dei nomi più illustri del panorama musicale italiano. Tuttavia aveva comunque saputo ritagliarsi, grazie alla sua arte, un posto indelebile nella memoria di tanti.
Pensare che solo pochi giorni prima della sua morte, giunta nella giornata di ieri, aveva pubblicato la sua ultima opera. Una raccolta di 51 poesie, intitolato “Dentro alle mie poesie”.
La sua passione più grande era la musica e il suo idolo era Claudio Baglioni. Nel gennaio del 2018 aveva chiesto ed ottenuto il consenso a cantare in un duetto proprio con il cantante romano.
Amedeo a quel punto aveva anche chiesto di essere ospite durante una delle serate del Festival di Sanremo, condotto quell’anno proprio da Baglioni. Permesso che però non gli venne concesso. Quella del duetto, comunque, è rimasto come un sogno esaudito.
Amedeo Grisi e la SLA
Come anticipato Amedeo Grisi è morto per le complicanze dovute alla SLA, malattia degenerativa di cui soffriva dal 2015.
Dopo aver lottato a lungo, ad agosto del 2021 aveva pubblicato una lunga lettera sui suoi canali social, in cui spiegava che avrebbe rinunciato alle cure e che si sarebbe arreso al destino. Lo ha fatto con una dignità ed un’umanità che hanno colpito tutti. Ecco le sue parole:
Mi scuso con tutte le persone più sensibili per aver espresso questa mia volontà. Detto questo, il mio tempo ormai è terminato. Sarà un mese, due, una settimana? Io sono pronto. Sono sicuro che per qualcuno, più di uno, non andrò mai via veramente. Il potere della musica e dell’amore ci rende immortali.
A noi malati di Sla viene concesso di decidere se “andare avanti” facendo una tracheotomia, che vorrebbe dire un tubo in gola e altri tubi nello stomaco per essere alimentato, inchiodato in un letto e con una aspettativa di vita di inferno, di due anni.
Altrimenti l’altra possibilità è quella di fermarsi e sottoporsi ad una eutanasia. Io ho scelto la seconda, perché la prima non mi appartiene e perché il desiderio è quello di tornare ad essere libero.