Anica Panfile, trovati alcuni effetti personali: nessuna traccia del telefono
Gli inquirenti credono che la chiave del caso sia nel telefono di Anica Panfile. La donna è stata uccisa e gettata nel Piave
Continuano le indagini sul caso di Anica Panfile, la giovane mamma trovata senza vita Nel fiume Piave. Il medico legale ha stabilito che è morta a seguito di colpi alla testa e che, vista l’assenza di acqua nei polmoni, è stata gettata nel fiume dopo il delitto.
Ieri, 31 maggio, il Nucleo Investigativo ha cercato nel corso d’acqua gli effetti personali della donna. L’obiettivo è quello di trovare il suo cellulare, che secondo gli inquirenti potrebbe contenere informazioni fondamentali per ricostruire le ultime ore di vita della 31enne.
Quel giorno, Anica Panfile si è recata a fare le pulizie a casa di Franco Battaggia, era il suo secondo impiego. A denunciare la sua scomparsa è stato l’attuale compagno, con il quale la donna viveva in una casa popolare, insieme alla madre e ai suoi quattro figli. Non vedendola tornare e non riuscendo a contattarla, l’uomo ha allarmato le autorità.
Nessuna traccia del telefono di Anica Panfile
Dopo le ricerche, sono stati rinvenuti alcuni effetti personali, che probabilmente appartengono alla vittima. Ma la conferma arriverà solo dopo le testimonianze dei parenti e gli esami scientifici. Si tratta di un accendino, un paio di occhiali, un pacchetto di sigarette e una felpa. Nessuna traccia invece del cellulare. Il dispositivo, come ha raccontato lo stesso compagno di Anica Panfile, era spento già dalle 16:30 di quello stesso pomeriggio.
Tuttavia, sembrerebbe che gli inquirenti siano comunque riusciti ad acquisire i tabulati degli ultimi sms e delle ultime chiamate della 31enne. Fondamentali saranno anche le indagini sulla macchina ripresa dalle telecamere di sorveglianza della zona, sulla quale la donna sarebbe salita prima di trovare la fine. La targa non è stata ancora identificata, ma sembrerebbe sia solo questione di ore.
Anica Panfile era felice, stava trovando una stabilità economica. Aveva ottenuto una casa popolare, faceva più lavori, aveva un nuovo compagno e 4 figli, 3 nati da una precedente relazione. Si era liberata del suo ex 5 anni fa, lo aveva denunciato anche per maltrattamenti.
I familiari chiedono la verità e che i figli della donna vengano tutelati, sembrerebbe che il padre voglia riportarli in Romania. L’avvocato si sta battendo per la causa e, per il momento, il Tribunale dei Minori ha nominato un tutore per i figli di Anica e disposto il divieto dell’espatrio.