Antonio di Marco non si pente: “Li ho uccisi per avere una ragazza”

Il killer di Lecce, Antonio di Marco, non si pente. Il ragazzo che ha ucciso Eleonora e Daniele con 40 coltellate spiega perché

Sono passati quasi 4 mesi dal feroce assassinio di Eleonora Manta e Daniele De Santis, ma l’assassino ancora non si è pentito. Antonio Di Marco, in pieno delirio psicotico, racconta il motivo per cui ha ucciso con tale crudeltà la felice coppia pugliese.

Antonio de marco

Il ragazzo, giovane 21 enne studente di scienze infermieristiche a Bari, ha spiegato di aver ammazzato con crudeltà i due fidanzati perché convinto ce poi “qualcuno, Dio o l’Universo“, l’avrebbero ricompensato dandole una fidanzata.

Avrebbe ucciso per gelosia, come da sempre raccontato. Invidioso della vita felice della coppia con cui per mesi aveva convissuto. Antonio De Marco era frustrato per la sua solitudine ed ha agito con estrema freddezza.

Eleonora

Il racconto degli avvocati difensori, Francesco Carabellesse, Elio Serra e Michele Bruno è da brividi. Riportano così le parole del giovane sottoposto a colloquio psichiatrico:

Come se dopo avere fatto quello che ho fatto sarebbe cambiato tutto. Pensavo che sul momento sarei stato soddisfatto, già subito dopo averlo fatto… come se le cose sarebbero cambiate… che sarebbe arrivata una ragazza… ci sarebbe stata una ricompensa, che avrei avuto una ragazza… che mi avrebbe fatto avere Dio, l’universo.

Questa perizia sarà determinante per capire se l’omicidio fosse consapevole di quello che ha fatto. Nel frattempo, l’assenza di pentimento per il feroce gesto è stata constatata dai periti di parte.

I legali riferiscono inoltre che: “L’esaminando non è in grado di accedervi. Egli è ancora avvolto nel suo mondo psicotico, all’interno del quale continua a mantenere autisticamente distante il contatto con l’ambiente esterno”.

Una crudeltà atroce e inspiegabile se si pensa che il killer è solo un ragazzo di 21 anni. L’omicidio era stato programmato nei minimi dettagli nei giorni precedenti, così come la sua fuga attenta alle videocamere di sorveglianza.

Nell’appartamento che condivideva con altri ragazzi sono state ritrovate delle lettere in cui spiegava l’atroce gesto.