Arrivati i risultati degli esami sulle tracce di latte nel biberon della piccola Diana Pifferi
Dopo mesi, sono arrivati gli esiti degli esami sulle tracce di latte trovate nel biberon di Diana Pifferi. La madre ha sedato la bambina?
Nessuna accusa di premeditazione per Alessia Pifferi. I risultati effettuati sulle tracce di latte nel biberon della piccola Diana Pifferi, hanno dato esito negativo.
Gli inquirenti avevano sospettato che la madre potesse aver sedato la bambina per tenerla calma fino al suo rientro. Un sospetto nato dopo due importanti elementi. La boccetta aperta di ansiolitico trovata in cucina e il fatto che nessun vicino abbia sentito, per sei giorni, una bambina di 18 mesi piangere mentre si spegneva lentamente.
L’accusa, la difesa e l’intera Italia, per mesi, hanno atteso gli esiti di questi importanti esami e ieri, è arrivata la notizia dell’esito negativo. Alessia Pifferi, quindi, non ha sedato la piccola Diana. Si procederà con l’accusa di omicidio senza l’aggravante della premeditazione.
L’agonia della piccola Diana Pifferi
Diana Pifferi era una bambina di soli 18 mesi, la madre l’ha lasciata da sola nel suo lettino, con accanto un solo biberon, per 6 lunghi giorni.
Si è recata a Leffe dal suo compagno. Ha confessato di aver scelto di partire sola, per recuperare quella relazione diventata ormai burrascosa. Durante i giorni di lontananza, Alessia Pifferi è tornata anche a Milano insieme all’uomo, poiché lui doveva sbrigare questioni di lavoro. Ma non si è preoccupata di passare per casa a controllare Diana. Ha rivelato di aver detto all’uomo che la bambina era al mare con la zia e di non aver voluto rovinare tutto.
Una bambina di 18 mesi abbandonata a se stessa per amore di un uomo. Diana Pifferi è morta di stenti, per la fame ha mangiato il suo pannolino sporco. Del materiale, ora sotto esame, è stato trovato nel suo piccolo stomaco.
Rientrata a casa, la donna ha trovato sua figlia ormai priva di vita e ha chiesto aiuto ad una vicina di casa, che ha lanciato l’allarme.
La difesa ha chiesto una perizia neuroscientifica e l’esame su due tazzine trovate in cucina. Il Gip ha rifiutato entrambe le richieste.