Bimbo perde la mano a causa di una bomba carta

Bimbo perde la mano dopo che un 18enne gli dà una bomba carta

Da Messina ci arriva un’incredibile storia. Un bimbo perde la mano a soli 10 anni dopo aver maneggiato una bomba carta. L’ordigno casalingo e rudimentale gli era stato fornito da un ragazzo di 18 anni. Nel suo armadio gli agenti hanno trovato un vero e proprio arsenale. Quali sono le condizioni di salute del ragazzino?

Bambino al pronto  soccorso
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Il ragazzino di 10 anni aveva ricevuto questa bomba carta da un adolescente di 18 anni, che poi è finito in manette. A causa dello scoppio di questo ordigno rudimentale e casalingo, il piccolo ha dovuto subire l’amputazione della mano destra.

Gli investigatori della Polizia poche ore dopo hanno fatto scattare le manette ai polsi del 18enne, che al momento si trovava costretto a casa agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico per il controllo dei suoi spostamenti.

Durante una perquisizione nella casa del 18enne, residente a Messina, i poliziotti delle Volanti hanno trovato, all’interno di un armadio dell’abitazione, delle cartucce da caccia che appartenevano al padre (160 cartucce del peso complessivo di circa 7,5 chili) e anche due bombe carta, che sembrano essere dello stesso tipo di quelle cedute al bambino.

L’armadio si trovava all’interno di uno sgabuzzino dell’abitazione dove abitualmente abitava il 18enne. La scoperta degli agenti delle forze dell’ordine è avvenuta sabato scorso.

Soccorritori del 118
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Bimbo perde la mano per una bomba carta: cosa rischia il 18enne?

Il ragazzino di 10 anni, come emerso dalle indagini condotte dalle forze dell’ordine, considerava il 18enne un amico. E già in passato gli avrebbe consegnato del materiale esplosivo. Dopo l’esplosione si sarebbe rivolto proprio a lui per chiedere aiuto.

bimbo perde la mano
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Il 18enne è stato arrestato con l’accusa di detenzione di esplosivi. Dovrà rispondere anche di lesioni personali colpose gravissime. Il GIP del Tribunale di Messina ha deciso per la misura di custodia cautelare in carcere, visto che si trovava già ai domiciliari.