“Chi non si vaccina sarà registrato”. C’è chi sceglie la linea dura

Chi non si vaccina sarà schedato, questa la linea scelta da una nazione europea

La vaccinazione contro il Covid-19 è partita la scorsa settimana in tutta Europa ed entrerà nel vivo nelle prossime settimane. Ma la bella notizia di un vaccino efficace che si spera possa portarci fuori dalla pandemia entro fine 2021, è accompagnata dalla preoccupazione che la maggior parte delle popolazione possa rifiutarsi di vaccinarsi, non facendo raggiungere l’immunità di gregge. Infatti nella maggior parte dei paesi europei, compresa l’Italia, si è scelta la linea della volontarietà al vaccino nella speranza che una buona campagna di comunicazione accompagnata al buon senso dei cittadini, porti la maggior parte delle persone a vaccinarsi.

Vaccino contro il Covid
Fonte: Google

Anche la Spagna ha iniziato le vaccinazione contro il covid-19 la scorsa settimana scegliendo la strada della non obbligatorietà. Il paese iberico, tuttavia, ha deciso di differenziarsi, garantendo la libera scelta ma non l’anonimato.

In Spagna un registro per i non vaccinati

Chi rifiuta il vaccino, in Spagna, sarà infatti inserito in un apposito registro, che includerà anche i motivi del rifiuto e sarà utilizzato per un’analisi dei dati nei differenti gruppi della popolazione. Le informazioni saranno poi incluse nel registro delle vaccinazioni di tutti i cittadini. In un documento pubblicato dal Ministero della Salute spagnolo, infatti, si legge:

https://www.youtube.com/watch?v=VrJ65DitLzI

La vaccinazione contro il Covid-19 sarà volontaria, ma si considera importante registrare tutti i casi di rifiuto per stabilirne le possibili ragioni”.

Quindi insomma alla fine della campagna di vaccinazione nel paese iberico si saprà chi si è vaccinato e chi no. Regolarmente questi dati saranno utilizzati per fini statistici in modo da fare un’analisi sul target di persone che ha deciso di non farlo.

vaccino covid
Fonte: Google

La campagna vaccinale in Spagna è partita la scorsa settimana e inizierà con quattro gruppi prioritari: operatori sociosanitari delle Rsa e ospiti, poi medici e infermieri in prima linea nei reparti Covid e infine gli operatori sanitari negli ospedali e le persone fragili.