Chiara Danieli deceduta a 21 anni: il coach sottolinea che era forte e sana

Non si capisce ancora cosa abbia causato il malore e il decesso

Sul decesso di Chiara Danieli, deceduta a 21 anni dopo aver trascorso molti mesi ricoverata in ospedale a seguito di un malore improvviso, anche il suo coach parla di un fatto inaspettato. Chiara, infatti, era forte e sana, conduceva una vita regolare, nulla avrebbe potuto far immaginare una fine così veloce. Sulle cause del decesso della giovane 21enne, infatti, aleggia ancora il mistero.

Chiara Danieli

Chiara era sana come un pesce. Non saltava mai un allenamento. La conosco da quando aveva 7 anni. Era una forte. Me la portavo in giro all’estero. Era sempre in prima fila. E adesso se n’è andata così. E noi non sappiamo ancora il perché.

Queste le parole di Claudio Colombi, il titolare della società sportiva Aishan Dojo Karate, che la 21enne di Gavardo frequentava. Era una campionessa, stroncata da un male misterioso che in 6 mesi l’ha portata via all’affetto dei suoi cari.

Chiara Danieli è deceduta e i medici ancora non sanno dare spiegazioni alla mamma, al papà e al fratello. La ragazza era cintura nera dal 2017 e aveva ottenuto grandi riconoscimenti sportivi. Nel 2019 aveva vinto l’oro agli Europei juniores in Montenegro e il bronzo a Mondiali juniores in Repubblica Ceca.

Aveva iniziato da bambina, praticando sport e studiando all’istituto Lunardi di Brescia, dove aveva preso il diploma, e all’Università di Verona, dove era al secondo anno.

Chiara Danieli morte

Chiara Danieli era in salute e un male oscuro l’ha portata via all’affetto dei suoi cari

La giovane aveva iniziato a star male in autunno, con strane crisi epilettiche. Il 31 ottobre il ricovero a Brescia e il coma farmacologico indotto. Rimasta sedata per sei mesi, due settimane fa hanno provato a svegliarla e c’erano piccoli segnali di speranza. Poi il peggioramento.

lutto
Fonte foto da Pixabay

I medici erano esterrefatti. A lungo sono stati in contatto con l’estero, si sono confrontati con i colleghi di Londra per venirne a capo, e si è sperato fino all’ultimo, invece niente. Sono stati degli angeli, le stavano accanto giorno e notte, l’hanno trattata come fosse stata loro figlia, e questo è l’unico sollievo che la famiglia porta con sé.