Condannato il medico che aveva assistito Davide Astori: secondo gli inquirenti il calciatore poteva salvarsi
Il dottor Galanti è stato condannato per omicidio colposo: secondo la Procura Davide Astori poteva salvarsi
Il 4 marzo scorso è stato il terzo anniversario della tragica scomparsa di Davide Astori, l’ex capitano della Fiorentina e difensore della nazionale italiana. La morte era sopraggiunta per un cardiomiopatia ventricolare maligna. Fin da subito si erano sollevati dei dubbi di tanti che si chiedevano se ciò si poteva evitare.
Quella di Astori è stata una morte che ha scioccato non solo una città, la sua Firenze, ma tutto il paese. Un uomo forte, giovane e allenato, che è morto così improvvisamente durante il sonno. Il calciatore si trovava in ritiro ad Udine insieme ai suoi compagni di squadra, pronto ad affrontare l’Udinese per la partita di campionato. Nella notte lo ha colpito un attacco al cuore che non gli ha lasciato scampo.
La prima a battersi, fin da subito, è stata Francesca Fioretti, moglie di Davide e madre della sua bambina, la piccola Vittoria.
Condannato il medico che assisteva Davide Astori
Tutti fin da subito si sono chiesti se Davide Astori poteva salvarsi. Oggi, a più di tre anni dalla sua morte, la risposta è arrivata. Si, il calciatore poteva essere ancora in questo mondo, se il medico che si era occupato dei test sotto sforzo avesse dato più peso a quelle anomalie che si erano riscontrate nei vari elettrocardiogrammi che aveva effettuato.
Ad affermarlo sono le relazioni degli inquirenti che hanno indagato sul caso.
A quanto pare, il Professor Giorgio Galanti, aveva assegnato l’idoneità a praticare sport agonistico al calciatore, nonostante quest’ultimo presentasse delle aritmie durante i test sotto sforzo. Aritmie che necessitavano di esami ulteriori e di un tempestivo stop all’attività sportiva.
Secondo la Procura di Firenze, se si fosse agito in questo modo, Davide avrebbe evitato la morte.
Tenendo conto di questi fatti, il dottor Galanti è stato condannato a un anno di reclusione per omicidio colposo.