Confermata in appello la condanna all’ergastolo per Elpidio D’Ambra
Elpidio D'Ambra è stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli per il delitto della vicina di casa Rosa Alfieri
La Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha confermato la condanna all’ergastolo per Elpidio D’Ambra, l’uomo che il 1 febbraio del 2022, ha spezzato la vita della sua vicina di casa Rosa Alfieri.
Una condanna che era già arrivata lo scorso 12 aprile e che ora è stata confermata anche in Appello. Una vittoria per la famiglia della 23enne, ingannata e poi strangolata dal vicino di casa per motivi che ancora oggi non sono stati compresi. Era un normalissimo giorno per la ragazza, quando Elpidio D’Ambra le ha chiesto aiuto per capire delle diciture su una bolletta. L’ha attirata in casa sua e ha spezzato per sempre la sua vita, strangolandola fino all’ultimo respiro. Ha poi spostato il suo corpo in un’altra stanza ed è uscito di casa, come se nulla fosse.
Subito i sospetti sono ricaduti su di lui, il 31enne è stato rintracciato in un pronto soccorso, grazie alle foto segnaletiche che si erano diffuse nelle ore precedenti. Dopo il delitto, si era fermato a comprare un Gratta e Vinci, dei vestiti e poi aveva chiamato un taxi, per farsi accompagnare a comprare la droga.
Dopo l’arresto, ha confessato il delitto, spiegando agli inquirenti che una voce dentro di lui gli aveva detto come agire. Ma per le autorità, l’uomo avrebbe provato ad abusare della vicina di casa e, al suo rifiuto, avrebbe deciso di punirla.
Le dichiarazioni di Elpidio D’Ambra
Durante l’udienza, l’imputato ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee, scusandosi con la famiglia di Rosa Alfieri:
Non stavo bene, ero sotto l’effetto di crack e cocaina. Dopo l’omicidio sono scappato perché nel condominio c’erano tanti parenti della povera Rosa e temevo che mi uccidessero. Ero in preda all’ansia, ho bevuto due cocktail e poi ho comprato un gratta e vinci per fare soldi per usare per scappare. Mi sono cambiato perché avevo addosso i vestiti sporchi di lavoro e i graffi sul viso me li sono fatti lavorando, non è stata Rosa. Mi sono sentito male e per questo sono andato in ospedale. Non volevo violentarla.
Al termine dell’udienza, la Corte D’Assise D’Appello di Napoli ha confermato la condanna all’ergastolo.