Cosima D’Amato morta nell’incendio divampato nella casa del figlio
Alberto Villani, figlio di Cosima D'Amato, secondo gli inquirenti potrebbe aver appiccato le fiamme per coprire il delitto
Un evento drammatico si è verificato nella notte scorsa nella campagne di San Michele Salentino, in provincia id Brindisi. Cosima D’Amato, una 72enne molto nota in paese, è morta in un incendio scoppiato nella casa di suo figlio. L’uomo, Alberto Villani di 47 anni, è indagato per l’omicidio volontario della madre. Cosa sta succedendo.
Un dramma assoluto che necessiterà di indagini per essere chiarito si è verificato nella notte scorsa nel territorio di San Michele Salentino, piccolo comune di poche migliaia di anime situato nella provincia di Brindisi, in Puglia.
Intorno alla mezzanotte le autorità locali hanno ricevuto una telefonata da parte di un uomo, che denunciava l’esplosione di un incendio nella sua casa.
Arrivati nella villetta, immersa nelle campagne di Contrada Augelluzzi, i Vigli del Fuoco del comando provinciale si sono messi subito all’opera per spegnere le fiamme. E proprio allora hanno fatto l’amara scoperta.
Nell’abitazione, ormai carbonizzato, giaceva il corpo senza vita di Cosima D’Amato, madre 72enne del proprietario di casa.
Sul posto sono poi arrivati anche i Carabinieri, che hanno fermato Villani e lo hanno trasferito nella caserma di San Vito dei Normanni, dove il magistrato di turno lo ha sottoposto ad un primo interrogatorio.
Il soggetto, ora accusato dell’omicidio volontario di sua madre e assistito dall’avvocato Bartolo Gagliani, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande che gli sono state poste.
Il rapporto tra Cosima D’Amato e suo figlio
Il 47enne sospettato, già noto alle forze dell’ordine del posto e conosciuto nella zona con il soprannome di Peppuccio, aveva l’obbligo di non frequentare i luoghi abitualmente frequentati invece da sua madre.
Alcuni testimoni, tuttavia, hanno raccontato che spesso era proprio la donna a recarsi a casa del figlio per fargli visita. Evento accaduto anche nella serata di ieri, per l’appunto.
L’ipotesi su cui stanno lavorando i militari dell’Arma, coordinati dalla procura e dal pubblico ministero Alfredo Manca, parlerebbe di una possibile lite tra i due, degenerata poi e scaturita con un omicidio. Delitto che Villani avrebbe poi cercato di coprire appiccando con le sue mani l’incendio.
Risposte a riguardo arriveranno con i risultati degli esami cadaverici che verranno svolti in questi giorni.