Davide Ferrerio, Nicolò Passalacqua condannato a 20 anni: ricorso in appello
Le parole dell'aggressore di Davide Ferrerio nel ricorso in appello: "Quella ragazza era cosa mia e nessuno doveva avvicinarsi"
Il 24 gennaio del prossimo anni si terrà la sentenza di appello nel processo a Nicolò Passalacqua, il giovane accusato del tentato omicidio di Davide Ferrerio, avvenuto nell’agosto del 2022. Il soggetto avrebbe ribadito ai giudici di aver agito perché “quella ragazza era cosa sua e nessuno doveva avvicinarsi”.
Era la sera dell’11 agosto del 2022 quando la vita di un ragazzo e della sua famiglia cambiava per sempre.
Davide Ferrerio, un 21enne bolognese in vacanza a Crotone, mentre camminava tra le strade della città calabra veniva brutalmente aggredito, apparentemente senza motivo, da un altro ragazzo, Nicolò Passalacqua.
Rincorso, raggiunto e pestato a sangue, Davide Ferrerio da quella sera non si è più ripreso. Vive ancora oggi in uno stato di coma, che nei mesi scorsi è stato definito dai medici che lo hanno in cura a Bologna ‘irreversibile‘.
Nel corso delle indagini si è scoperto che Davide è stato vittima di uno scambio di persona e che la vittima del pestaggio, in realtà, doveva essere un altro ragazzo. Un 30enne che aveva dato appuntamento alla ragazza per cui Passalacqua aveva una cotta.
Lo scorso aprile, per il reato di tentato omicidio aggravato, il Tribunale di Crotone, al termine di un processo con rito abbreviato ha condannato Nicolò Passalacqua a scontare una pena di 20 anni e 4 mesi di reclusione in carcere.
Nicolò Passalacqua ricorre in appello
Assistito dall’avvocato Salvatore Iannone, Nicolò Passalacqua ha presentato ricorso in appello. Processo di secondo grado di giudizio che si terrà il prossimo 24 gennaio.
L’obiettivo del soggetto è quello di vedersi riconoscere un cambio di accusa, da tentato omicidio a lesioni gravissime, come dichiarato dal suo legale nel corso del processo di primo grado.
Il 20enne ha fatto sapere di essere contro la decisione del giudice ed ha ribadito che nessuno doveva avvicinarsi a quella ragazza perché “era cosa sua”, come riporta Il Corriere della Sera.
L’avvocato Iannone ha scritto che il suo assistito ha compiuto “un’aggressione che voleva solo percuotere, anche con la forza, il giovane antagonista, facendogli capire che quella ragazza era ‘cosa sua’ e nessuno poteva avvicinarsi“.
Seguiranno aggiornamenti su questa scioccante e drammatica vicenda.