Delitto Marta Di Nardo: ecco cosa il vicino diceva alla custode del palazzo
"Se torna, mi occuperò io di curarla". Queste le parole che il vicino di Marta Di Nardo diceva alla custode del palazzo; la testimonianza
Emergono nuovi dettagli sul delitto di Marta Di Nardo, la 60enne scomparsa e poi trovata morta nel controsoffitto dell’appartamento del vicino Domenico Livrieri.
I sospetti sono ricaduti sull’uomo grazie alle testimonianze dei vicini, che lo hanno visto più volte entrare ed uscire da casa di Marta Di Nardo con “tanto di chiavi”. Dopo una perquisizione delle forze dell’ordine nell’appartamento di Domenico Livrieri, è arrivata la drammatica scoperta. L’uomo ha messo fine alla vita della vicina con un coltello, poi ha fatto a pezzi il corpo, lo ha avvolto in due coperte e lo ha nascosto in una botola in cucina.
Dopo l’arresto, l’accusato ha confessato il delitto. Ha spiegato di averlo fatto perché aveva bisogno del bancomat di Marta. Ha addossato la colpa ai suoi familiari, perché non lo aiutavano. Livrieri ha raccontato di aver chiamato la vicina e di averla invitata a casa sua, con la scusa di doverle restituire 20 euro che aveva preso in prestito.
Per via del forte ed insopportabile odore in casa sua, nei giorni successivi Domenico Livrieri ha mangiato e dormito a casa di Marta. Forse pensava di riuscire a farlo senza essere visto e che nessuno l’avrebbe mai scoperto. Ma così non è stato.
La testimonianza della custode del palazzo di Marta Di Nardo
Durante i giorni delle ricerche, dopo la denuncia di scomparsa della 60enne, il vicino si è anche mostrato preoccupato. Ha detto alla custode del palazzo che se Marta fosse tornata, se ne sarebbe preso cura lui:
La custode precisa di aver visto l’ultima volta Di Nardo rincasare il 2 ottobre. Il 9 ottobre la custode veniva avvicinata da Livrieri il quale, dirigendosi verso la scala D, le aveva detto che la signora Di Nardo l’avrebbe curata lui. Alla domanda se la signora fosse tornata, lui rispondeva: ‘No non è tornata, però se torna vado io a curarla’. La testimone notava Livrieri che saliva e scendeva spesso dall’abitazione della Di Nardo con delle valigie. In particolare, il 17 ottobre, lo avrebbe visto lasciare una valigia blu della donna vicino alla portineria e un’altra di colore rosso portarla con se nella sua abitazione.