Denise Pipitone, l’ex pm Maria Angioni: “Malavitosi dicevano che avevano spie nel commissariato”

Le dichiarazioni di Maria Angioni durante il processo: "Alcuni malavitosi, nel corso di conversazioni, affermavano di avere informatori"

Nuovi aggiornamenti nelle ultime ore sul processo dell’ex Pm Maria Angioni.

Maria Angioni rischia il processo?

Lo scorso venerdì, il giudice monocratico di Marsala ha rigettato la richiesta di proscioglimento ed ha scelto per il proseguimento del processo contro l’ex pm, accusata di falsa testimonianza dalla Procura.

Maria Angioni ha fornito altri spunti sulle sue dichiarazioni e oggi si dice soddisfatta della decisione del giudice. Attraverso la quale avrebbe raggiunto il suo obiettivo. Le sue parole fuori il Tribunale di Marsala:

Le dichiarazioni di Maria Angioni

Con la decisione della giudice Montericcio di non accogliere la richiesta di proscioglimento ho ottenuto il mio obiettivo. Che è quello di perseguire la verità nel caso Denise. Per il quale, di recente, credo di aver fornito importanti spunti investigativi.

Le parole di Maria Angioni

Non solo, l’ex pm ha accennato anche qualcosa riguardo dei malavitosi. Quest’ultimi nel 2004, anno di scomparsa della piccola Denise Pipitone, avrebbero ammesso di avere contatti e spie all’interno del commissariato e perfino nella Questura.

Maria Angioni accusata di false dichiarazioni

Alcuni malavitosi, nel corso di conversazioni intercettate, affermavano di poter contare su informatori e spie nel commissariato di Mazara del Vallo e nella Questura di Trapani. Alcuni di loro dicevano: quando dovevamo avere perquisizioni della polizia lo sapevamo prima, adesso con i carabinieri non è più così.

Quando Maria Angioni fece nascere i dubbi sui depistaggi delle indagini, quest’ultime furono affidate ai Carabinieri della sezione gp di Marsala, giudicati “fedeli”.

L’Angioni ha continuato:

In un’altra intercettazione abbiamo ascoltato uno dei due vertici di commissariato di Mazara e questura di Trapani, non ricordo chi dei due, affermare di voler ‘far saltare’ il procuratore Sciuto. A quelle parole, il collega Andrea Mosca sobbalzò, dicendo ‘gli vogliono mettere una bomba’, ma era chiaro che non si trattava di questo. E infatti, qualche tempo dopo, dopo che la commissione del Csm si era pronunciata favorevolmente sulla domanda di Sciuto di andare a dirigere la Procura di Trapani, poi il plenum non lo nominò.

Il Procuratore Sciuto, oggi in pensione, è proprio uno dei testi citati dalla difesa nel processo contro Maria Angioni.