Deve partorire, prende l’autobus e la multano: parla il controllore
Una donna a Napoli deve partorire: le si sono rotte le acque. Al posto di chiamare l'ambulanza prende un autobus, ma viene multata. Una vicenda che ha preteso giustizia, ma oggi parla il controllore.
Vi ricordate di quella storia della donna incinta, in procinto di partorire, multata dal controllore perché non aveva il biglietto dell’autobus? Dopo le mille polemiche, adesso è lo stesso controllore a dare la sua versione dei fatti. Questa storia è accaduta quattro mesi fa, ma è salita alla ribalta solo a Ferragosto.
La mattina del 24 aprile Federica Caroccia, la neo-mamma della vicenda, racconta che, durante una passeggiata, aveva cominciato ad avvertire le prime contrazioni dolorose. Faceva caldo, ma essendo vicina a una fermata dell’autobus, era salita per andare al Pronto Soccorso.
Dopo una fermata, un controllore era salito sulla vettura e le aveva verbalizzato una multa in quanto non in possesso del regolamentare biglietto. La donna aveva spiegato il suo problema e che stava andando al Pronto Soccorso, ma niente da fare: la multa da 71.10 euro è stata compilata. La figlia è nata quella sera stessa, ma successivamente la donna ha deciso di fare ricorso in quanto si era sentita umiliata. L’ANM, però, aveva rifiutato il ricorso: per l’azienda il suo stato di emergenza non era una scusante per non avere il biglietto.
Nonostante il rifiuto del ricorso, però, l’ANM il 17 agosto si è poi scusata tramite un comunicato stampa per l’eccesso di zelo del controllore. Ma adesso arriva la sua versione che è un po’ differente da quella raccontata dalla signora.
Nel verbale il controllore scrive che il 24 aprile accertava che la signora Federica Caroccia non aveva i necessari titoli di viaggio. Come prevede il regolamento, l’uomo ha chiesto un documento valido di riconoscimento per verbalizzare la passeggera, verbale che la donna firmava.
La donna, molto tranquilla, esibiva il documento di identità e avvisava il controllore di dover scendere alla fermata successiva. Sempre da regolamento, il controllore scendeva con lei per finire di compilare la multa.
Nonostante l’evidente stato di gravidanza, in un primo momento non sembrava esserci necessità di un supporto medico. Mentre scriveva il verbale, la donna riferiva un certo malessere e il controllore si offriva subito di chiamare il 118. Ma era la stessa donna a rifiutarsi di chiamare l’intervento del 118 e, vedendola tranquilla, l’uomo continuava la sua giornata lavorativa.