Diana era ancora viva quando la madre è tornata a Milano con il compagno

Nei sei giorni di lontananza, Alessia Pifferi è tornata a Milano con il compagno: Diana era ancora viva, è morta il giorno dopo

Continuano le indagini sulla morte della piccola Diana, morta di stenti in un piccolo bilocale di Milano, abbandonata per sei lunghi giorni da sua madre Alessia Pifferi.

Saranno necessari ulteriori esami per averne la conferma, ma i medici credono che Diana sia morta il 19 luglio, il giorno prima del suo ritrovamento. Alessia Pifferi, durante i sei giorni di lontananza, è tornata a Milano con il compagno, perché l’uomo doveva sbrigare questioni di lavoro. Precisamente i due sono tornati in città il 18 luglio.

morte della piccola Diana

La 37enne, avendo mentito all’uomo su dove si trovasse Diana, ha scelto di non chiedergli di passare per casa. Ha raccontato agli inquirenti che in quel momento ha scelto di non rovinare le giornate con il 58enne, perché il loro rapporto era già in crisi e lei doveva capire se ci fosse con lui la possibilità di un futuro insieme. Ha pensato a Diana, ma ha sperato che ciò che le aveva lasciato le bastasse fino al suo rientro.

Manifesto funebre Diana Pifferi

Con molte probabilità, secondo i primi elementi emersi dall’autopsia, il 18 luglio Diana era ancora viva. Se Alessia Pifferi fosse passata all’abitazione per controllarla e magari le avesse dato da mangiare, forse non sarebbe morta di stenti.

Invece ha anteposto la sua ossessione per l’uomo al benessere della sua bambina, condannandola cosi a morte.

Manifesto funebre Diana Pifferi

È tornata a casa il 20 luglio e ha trovato la figlia senza vita. Ha provato a darle delle pacche sulla schiena e a bagnarle i piedini con l’acqua. Ma Diana non reagiva, così è corsa da una vicina per chiedere aiuto. Quest’ultima ha allertato i soccorsi, ma per la bambina era ormai troppo tardi.

Alessia Pifferi si trova nel carcere di Milano, in isolamento. Gli inquirenti temono che possa togliersi la vita o che gli altri detenuti possano vendicare la bambina.

Il suo avvocato, dopo un colloquio in cella, ha spiegato che la donna non è apparsa lucida e che non ha ancora compreso ciò che è accaduto e ciò che accadrà. Ha chiesto di andare al funerale di Diana, piange per la bambina e per il suo compagno, che non le risponde al telefono: “Abbiamo chiesto la perizia di esperti, per capire quale sia stato il percorso nella mente della donna e quali siano stati i suoi punti di vista. È ancora presto per un colloquio costruttivo, non è lucida”.