Dolore e rabbia durante l’ultimo saluto alle vittime di Casteldaccia: le parole delle famiglie spezzano il cuore

Ciò che è successo in quell'intervento di manutenzione è una tragedia di tutti, un dolore comune. Ennesime morti bianche ed ennesima rabbia a i funerali.

È tempo di dire addio alle cosiddette morti bianche di Casteldaccia. Non certo di dimenticare i caduti durante il proprio dovere, ed è stata una giornata durissima quella di oggi. Alle esequie di Ignazio Giordano, una delle vittime della recente tragedia sul lavoro nel palermitano, sono state tantissime le lacrime di commozione ma anche di rabbia.

morti bianche di Casteldaccia

La cerimonia si è svolta nella chiesa madre di Partinico. La moglie di Giordano, insieme ai suoi tre figli, Fabrizio, Davide e Gaspare, si è seduta in prima fila, seguita da autorità, amici e conoscenti. Questo evento ha colpito tutti quanti, non solo la comunità intorno ai lavoratori coinvolti nel triste accaduto. Commossi anche coloro che non avevano mai incrociato lo sguardo di Giordano.

morti bianche di Casteldaccia

Ciò che è successo in quell’intervento di manutenzione è una tragedia di tutti, un dolore comune, per essere stati capaci perdere, di nuovo, delle persone sul posto di lavoro, Giordano nello specifico a soli 59 anni. Il maggiore dei figli ha ricordato suo padre come un eroe, “Ha dato la sua vita per provare a salvare i colleghi in difficoltà. È morto da eroe”.

Durante la cerimonia, presieduta dall’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, sono state espresse critiche verso la dura realtà del mondo del lavoro in Italia, sottolineando la persistenza delle morti bianche. Isacchi ha descritto queste tragedie come una sconfitta per la società, sottolineando il bisogno di affrontare questa emergenza.

Il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona e ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno.

Anche Epifanio Alsazia, socio e contitolare della Quadrifoglio Group, è stato ricordato dai suoi cari in un’altra cerimonia funebre. Alsazia, il primo a scendere nell’impianto e la prima vittima, è stato ricordato come un grande lavoratore che non ha mai abbandonato i suoi operai nonostante i suoi 71 anni.

morti bianche di Casteldaccia

La funzione funebre è stata presieduta da don Enzo Santoro, parroco della chiesa del Sacro Cuore, e ha visto la partecipazione di massimi vertici provinciali e regionali dell’Arma dei Carabinieri, considerando che il figlio della vittima è in servizio alla compagnia di Partinico. Anche qui, parole durissime che affermano come “non si può morire di lavoro per portare un pezzo di pane a casa”.

Anche i sindaci di Alcamo e Castellammare del Golfo hanno partecipato alla cerimonia. Le esequie delle altre vittime saranno celebrate nei prossimi giorni. Giuseppe Miraglia sarà commemorato sabato nella chiesa madre di San Cipirello, mentre Roberto Ranieri riceverà l’ultimo saluto lunedì ad Alcamo. Le esequie di Giuseppe La Barbera si terranno sempre lunedì nella chiesa del Carmine Maggiore a Palermo. Nel frattempo, le condizioni di Domenico Viola, salvato dall’incidente, migliorano, ma rimane un elevato rischio di complicazioni potenzialmente letali.