Don Patriciello alla mamma di Alessandro Impagnatiello: Non hai generato un mostro
Ecco le parole del prelato dopo quelle della donna
Sabrina Paulis alla Vita in Diretta aveva detto di aver generato un mostro e di esserne consapevole, chiedendo perdono a Giulia Tramontano e alla famiglia della 29enne a cui il figlio ha tolto la vita, quando era incinta al settimo mese. Don Patriciello alla mamma di Alessandro Impagnatiello, che ha confessato il delitto e anche di aver cercato di bruciare il corpo della compagna, dice: “No, non hai generato un mostro“.
Don Maurizio Patriciello, sulle pagine di Avvenire, ha voluto scrivere alla mamma del 30enne una lunga lettera, dopo che la donna ha detto che la sua famiglia non ne può più e che Alessandro non era così, ma ammettendo di aver generato un mostro.
Il prete ha detto di comprendere la sua rabbia e i suoi sensi di colpa e, come i genitori di Giulia, non va lasciata da sola.
Tu Sabrina, tu non hai generato un mostro, tu hai messo al mondo un uomo. Un uomo mai cresciuto, che dalla bancarella della vita, calpestando gli altri, ha arraffato quanto più ha potuto, in modo lecito e illecito. Un bugiardo incapace di tenere a bada gli istinti, le pulsioni, le passioni. Un uomo che andava aiutato a vivere; che andava educato, non solo da te, ma dalla società che, sovente, abdica a questa sua altissima missione.
Ci sarebbe bisogno di una seria riflessione sul perché tanti maschi non sanno accettare e gestire il rifiuto di una donna. E, come bambini capricciosi, fanno ricorso alla violenza. Le donne non agiscono così, da questo punto di vista sono migliori di noi maschi, più mature, più umane, più capaci di gestire un rapporto di coppia problematico. Ci sarebbe bisogno di una seria riflessione sul mistero del male, sulla tragica banalità con cui spesso si accompagna. Lascia che siano gli altri, Sabrina, a maledire tuo figlio.
Don Patriciello alla mamma di Alessandro Impagnatiello scrive una lunga lettera
Il prete aggiunge di sapere che è difficile perché Giulia e Thiago non ci sono più e non torneranno più. Possiamo pregare per loro. Ma per i futuri Thiago e Giulia possiamo fare molto e smetterla di essere ciechi, pigri, codardi.
Fatti coraggio, sorella. Piangi tutte le tue lacrime, è tuo diritto. Continua a chiedere perdono a Giulia e alla sua famiglia, è tuo dovere e ti fa onore. Ma, appena puoi, corri da tuo figlio. Non dirgli niente, sa già tutto. È una persona distrutta, che soffoca in un imbuto senza aria e senza luce.