Donatella Miccoli uccisa per un commento a una foto su Instagram
I figli erano in casa
Donatella Miccoli è stata uccisa per un commento lasciato sotto a una foto su Instagram. Questo il motivo della lite che ha portato il marito della donna ha ucciderla con diverse coltellate. L’uomo si è poi tolto la vita: il corpo è stato trovato dai Carabinieri carbonizzato in periferia. Al contrario di quanto detto inizialmente, i figli erano in casa quando il padre ha ucciso la loro mamma.
Dopo 9 anni di matrimonio, la coppia era in crisi, ma tentava di riaggiustare il rapporto soprattutto per amore dei due figli. Fino a quando Matteo Verdesca non ha preso un coltello e ha ucciso la moglie di 38 anni, originaria di Mesagne, ma residente a Novoli, in provincia di Lecce, in Puglia.
Donatella e Matteo apparivano sempre sorridenti e complici nelle foto su Instagram. E proprio una di queste e un commento avrebbe scatenato la follia omicida dell’uomo, che ha aggredito a morte la moglie per poi darsi fuoco nelle campagne del leccese, avvisando la madre in un’ultima drammatica telefonata.
L’ultimo scatto della donna di 38 anni è stato postato su Instagram poco prima dell’aggressione mortale. Uno scatto nel quale lei e il marito appaiono felici nella città salentina durante i festeggiamenti dedicati a San Luigi. Il movente dell’omicidio, secondo gli inquirenti, si trova proprio in quella foto.
Mentre continuano le indagini, i profili social di Donatella e Matteo sono stati rimossi, per consentire di capire perché il marito ha ucciso la donna che lavorava come commessa in un negozio del centro commerciale La mongolfiera. Fatali le quattro coltellate, in particolare quella alla gola.
Donatella Miccoli uccisa mentre i figli erano in casa
Secondo quanto è emerso, i bambini erano in un’altra stanza, mentre l’uomo uccideva la loro mamma in camera da letto. Il marito ha preso poi la sua Twingo, ha raggiunto i genitori a Veglie, ma non trovando nessuno ha chiamato la mamma, chiedendole di mettere al sicuro i bambini.
Poi ha annunciato la sua morte. Il sindaco di Novoli ha già disposto il lutto cittadino. Mentre l’Asl Lecce
impegnata da anni nel contrasto alla violenza di genere, ha prontamente attivato la rete antiviolenza dei suoi servizi specialistici, con i pediatri di famiglia, in cooperazione con i Servizi sociali del Comune di residenza, per la protezione dei due figli minori di 2 e 7 anni, per l’applicazione del ‘Protocollo operativo Giada’, previsto nel caso di orfani speciali di femminicidio. Si tratta del protocollo a cui si fa riferimento per la tutela dei bambini che rimangono senza madre perché assassinata e senza padre perché in carcere o suicida.