Dopo le dimissioni, parla Meri Zorz e racconta come sono andate le cose: “Dentro di lui c’erano due persone. Stavo prendendo le carte…”

L'avvocata Meri Zorz è tornata a casa ed ha riabbracciato la sua bambina. Il racconto sull'aggressione e sul rapporto con il suo cliente

Meri Zorz, l’avvocata aggredita dal suo cliente Giuseppe Silvestrini, sta meglio ed è stata dimessa dall’ospedale. I medici l’hanno sottoposta ad un’operazione per la ricostruzione del tendine della mano ferita. Quella mano con cui ha cercato di difendersi dalle coltellate del suo cliente.

avvocata aggressione Meri Zorz

Meri Zorz ha raccontato quegli attimi di terrore e ha scelto di perdonare l’infermiere 53enne. Ha spiegato che stava seguendo l’eredità del suo cliente, dopo la scomparsa del padre.

Ho provato ad entrare nella sua testa, ma è come se dentro di lui ci fossero due persone. Una persona adorabile, buonissima, dolcissima, religiosa. Dall’altro lato, una persona, un’entità, qualcosa di malvagio.

L’avvocata aveva deciso di rinunciare al mandato che aveva ricevuto per gestire l’eredità complessa di Silvestrini.

Probabilmente si è sentito per l’ennesima volta solo. Era fragile, non riusciva gestire la situazione. L’incendio della casa, la morte del padre e il sostegno dei due fratelli.

avvocata aggressione Meri Zorz

Meri Zorz ha raccontato che stavano parlando tranquillamente, il cliente era calmo e tranquillo, come sempre. Ma nel momento in cui gli stava spiegando che gli avrebbe restituito le carte, qualcosa in lui è scattato.

Vorrei dire che se fosse qua, che non ce l’ho con lui. Capisco che era fragile e mi dispiace tanto che abbia scelto una fine così.

Dopo l’aggressione, l’infermiere è fuggito via, ha raggiunto un casolare di famiglia e si è tolto la vita con una corda che aveva acquistato giorni prima. È stato trovato senza vita dalle forze dell’ordine.

avvocata aggressione Meri Zorz

L’avvocata si è invece rifugiata in un’edicola vicino al suo studio legale. È stato proprio il negoziante a lanciare l’allarme. Dopo un ricovero in ospedale, un intervento chirurgico e una prognosi di 30 giorni, la donna è stata dimessa.

È tornata a casa ed ha riabbracciato la sua bambina.

Le ho detto che ho sferrato un pugno, che mi sono fatta male e che lui aveva un portachiavi con un taglierino.