Eleonora Bottaro, condannati i genitori: rifiutarono la chemio. Depositate le motivazioni della sentenza

I genitori le fecero seguire delle cure alternative

Si torna a parlare del caso di Eleonora Bottaro, condannati i genitori che rifiutarono di sottoporre la figlia alla chemioterapia, per prediligere cure alternative. Sono state, infatti, depositate le motivazioni della sentenza di condanna di Lino Bottaro e Rita Benini, papà e mamma della ragazza deceduta per leucemia dopo il rifiuto delle cure.

Eleonora Bottaro

Il 23 marzo scorso Lino Bottaro e Rita Benini sono stati condannati per omicidio colposo a due anni di reclusione in via definitiva. I giudici della Corte di Cassazione hanno deciso che la giovane di 17 anni poteva essere salvata dalla leucemia linfoblastica acuta nell’agosto del 2016, perché i genitori rifiutarono le cure.

Secondo i giudici, la ragazza rifiutò le cure non per sua libera scelta.

Non fu una libera scelta che i suoi genitori ritennero di rispettare. Ma un’opzione consapevolmente adottata dai genitori in prima persona. Nonostante i medici li avessero informati dell’impossibilità, per la figlia, di guarire senza la chemio.

Nel corso del processo è emerso che il padre e la madre rifiutarono di sottoporla a chemioterapia, anche se le possibilità di guarire erano dell’80%. Scelsero di seguire il metodo Hamer, una pratica antiscientifica che rinnega l’uso dei farmaci.

I genitori di Eleonora erano seguaci di questo metodo. Metodo che provoca gravi ritardi nell’inizio delle cure per malattie serie che potrebbero essere risolte se trattate in tempo. Forme di tumore curabili diventano così incurabili.

Eleonora Bottaro leucemia

Eleonora Bottaro, condannati i genitori: svelate le motivazioni della sentenza

I genitori dissero sempre che fu una scelta della figlia quella di rifiutare le cure. Secondo la Cassazione, la ragazza, quando la leucemia è stata diagnosticata, era troppo piccola per poter prendere decisioni in autonomia.

dottor Ryke Geerd Hamer

Lei era condizionata dalle decisioni dei genitori, di cui si fidava ciecamente (…) i quali le avevano detto che la chemio non era necessaria, anzi era nociva. I genitori, invece, avrebbero avuto il preciso obbligo di preservare il diritto alla vita della figlia