Famiglia morta nel deserto: dopo mesi gli inquirenti trovano indizi nello smartphone
La tragedia risale al mese di agosto, quando una famiglia è morta nel deserto durante un'escursione. Mistero su cosa sia davvero accaduto
Dopo mesi dalla tragedia della famiglia morta nel deserto, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti attraverso gli smartphone.
Jonathan Gerrish, 45 anni, la moglie Ellen, 35 anni, la loro bambina di un anno Miju e il cane di famiglia Oski, sono morti il giorno dello scorso Ferragosto. Avevano deciso di fare una breve vacanza in California e di fare un’escursione alla Sierra Nevada.
Ciò che però non convince gli inquirenti, è il fatto che i due genitori siano partiti portando con loro poca acqua. Forse hanno sottovalutato il caldo?
Dopo giorni dalla loro partenza, la baby sitter preoccupata dal loro mancato rientro e non essendo riuscita a contattarli, ha lanciato l’allarme alle forze dell’ordine.
Dopo le ricerche, i soccorritori hanno trovato i cadaveri dell’intera famiglia. Tutti a pochi metri di distanza, tranne quello di Jonathan Gerrish e della piccola Miju. La bambina è morta tra le braccia del suo papà.
Dalle prime ipotesi. gli inquirenti hanno pensato che fossero morti per il troppo caldo. Oggi, a mesi di distanza, sono emersi nuovi indizi dal cellulare dell’uomo di 45 anni.
Prima di trovare la morte Jonathan ha chiesto aiuto ad alcuni conoscenti. La loro partenza, secondo i messaggi, risale alle 7 del mattino e fino alle 11:00 la famiglia si stava godendo l’escursione. Ne sono la testimonianza delle foto panoramiche e dei selfie di famiglia.
La preoccupazione dell’uomo arriva dopo le 11:00, quando invia ad un suo conoscente un sms. Nel testo scrive: “Puoi aiutarci? Siamo sul Savage Lundy Trail direzione Hiters Trail. No acqua, molto caldo, con la bambina”.
Sul posto però non c’è campo e quel messaggio non viene recapitato. Così il papà prova a fare delle chiamate, ma non ci riesce. Scatta altre foto, forse per cercare di inviare la sua posizione. Seguono altre chiamate, tutte dirette a dei conoscenti. Nessuna di queste arriva però al destinatario.
La domanda degli inquirenti ora è una sola. Perché Jonathan Gerrish ha chiamato degli amici per chiedere aiuto e non ha chiamato i numeri di emergenza? Perché non ha allarmato gli operatori sanitari o le forze dell’ordine?
Non conosciamo la causa… Ma non ci fermeremo finché non lo scopriremo. Non ci sono indicatori evidenti di come sia successo… hai due adulti sani, hai una bambina sana e quello che sembrava essere un cane sano, tutti deceduti all’interno di una stessa area.