Giuliana De Sio dalla Balivo: “Ecco il più grande rammarico della mia vita”

Giuliana De Sio si è confessata a Vieni da Me, il programma condotto da Caterina Balivo.

Giuliana De Sio, l’attrice campana vincitrice di due David di Donatello, è stata ospite di Caterina Balivo nel suo programma Vieni da Me, in onda su Raiuno, partecipando al gioco della ‘cassettiera’, rivelando i momenti più speciali della sua vita.

Giuliana De Sio dalla Balivo: "Ecco il più grande rammarico della mia vita"

La De Sio, 62 anni compiuti il 2 aprile scorso, ha affrontato davanti alle telecamere il più grande rammarcio della sua vita: non essere diventata madre. L’attrice ci ha provato in tanti modi ma senza successo: “Ho tentato di avere figli per tutta la vita. Ho fatto anche diverse inseminazioni ma mi è andata male”, ha raccontato Giuliana.

Giuliana De Sio dalla Balivo: "Ecco il più grande rammarico della mia vita"

Un’assenza non voluta che si è fatta sentire: “Mi è mancato tanto non avere un figlio perché è una cosa così naturale. È umano e naturale spostare l’attenzione da se stessi ad un’altra persona. Non so se sarei stata migliore o meno, ma sarebbe stata un’esperienza unica e avrei avuto un valore aggiunto nella mia vita, forse sì”, ha dichiarato l’attrice alla Balivo.

Giuliana De Sio dalla Balivo: "Ecco il più grande rammarico della mia vita"

Per la De Sio, infatti, “con un figlio forse sarei stata più completa. Diventare genitore è l’esperienza umana più grande della vita”.

L’attrice ha anche ricordato Elio Petri, regista e suo ex compagno, deceduto nel 1982 a soli 50 anni per colpa di un cancro: “Elio mi ha lasciato tanto, era un grande uomo”. La De Sio ha ammesso di averlo amato tantissimo e ha confesso di non avere più riguardato le lettere che gli ha scritto per 10 anni e di averle rispolverate soltanto dopo.

L’attrice salernitana ha anche affrontato il tema della psicanalisi: “Sono stata la prima ad ammettere in Italia di essere andata in analisi, ma all’epoca venivi presa per strana e nevrotica. Ci sono voluti 40 anni per capire che è un modo per scoprire la propria percezione dell’esistenza. Dopo tutti questi anni di analisi mi considero una persona buona, anche troppo”.