Guido Gagliardi morto dopo 18 ore di attesa in pronto soccorso
Lo storico barista di Roma Guido Gagliardi era entrato in pronto soccorso la mattina del 30 ottobre, il 31 a ora di pranzo è morto
È morto in circostanze da chiarire una vera e propria istituzione nel mondo dei bar e del caffe a Roma. Guido Gagliardi, titolare del Gran Caffè Hawaii, bar storico del quartiere di Torpignattara, si è spento al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni lo scorso 31 ottobre. I familiari vogliono sapere a tutti i costi cosa è successo e il motivo per cui l’uomo ha dovuto attendere 18 ore.
Tutti a Torpignattara e a Roma in generale conoscevano Guido Gagliardi. Originario dell’Abruzzo, si era trasferito nella Capitale da giovanissimo e da subito aveva iniziato a lavorare al bar Sant’Eustacchio nel centro della città.
Dopo poco, grazie alla sua immensa professionalità e alla simpatia, che attiravano clienti da ogni parte di Roma, del bar ne divenne il direttore.
Poteva fermarsi Guido, ma invece decise invece ad un suo nipote di compiere un ulteriore passo, quello di aprire un locale tutto suo. Nacque così, 34 anni fa, il Gran Caffè Hawaii.
La passione per il lavoro, la dedizione e l’invenzione della miscela “Gran Caffè” hanno permesso a Guido di diventare una vera e propria istituzione in città.
Lo scorso 30 ottobre, alle prime luci dell’alba, aveva aperto come ogni giorno il suo bar. Nel tentativo di ingerire alcune medicine, si è accorto che aveva difficoltà a deglutire e respirare, così insieme a una delle sue figlie si è diretto al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni.
Un’attesa di 18 ore per Guido Gagliardi
A raccontare quanto accaduto a Guido Gagliardi in ospedale, ai microfoni di Roma Today, è stata la figlia Roberta.
Facciamo il triage nel quale specifico che papà doveva prendere delle pasticche per la pressione ma che non ci riusciva, proprio a causa dei problemi che stava riscontrando.
Il barista è stato preso poi in carico come codice bianco e da lì è iniziata un’interminabile attesa tra i corridoi. La ragazza riesce poi a rivedere suo padre alle 21:00 di sera.
Mio padre stava in piedi insieme al medico il quale ci avvisa che aveva una specie di cisti o ascesso alle corde vocali. Ricordo che continuava a non poter deglutire. Aveva una cannula al braccio e ci dissero che gli avevano fatto una somministrazione di antibiotico. Aveva difficoltà a respirare col diaframma. Ci siamo preoccupate perché stava in corridoio, in piedi. Una cosa inaccettabile. Siamo riusciti a trovare almeno una sedia a rotelle dove farlo riposare.
La morte del barista e la rabbia dei familiari
Alle 13:30 del 31 ottobre, circa 18 ore dopo l’ingresso in pronto soccorso, Guido si è spento per sempre. Il dolore dei familiari del barista è stato sovrastato dalla rabbia. La figlia Roberta ha detto:
Aveva ancora in tasca ancora le pasticche per la pressione che non aveva assunto. Se ne è andato via senza avere neanche una diagnosi.
Nella giornata di oggi verrà effettuata l’autopsia che aiuterà a capire le cause che hanno portato al decesso.