È morto Mario Zanni, il barista di Luciano Ligabue

Tutti hanno cantato di lui nelle canzoni di Ligabue e tutti ricordano il suo volto: Mario Zanni è morto all'età di 80 anni

È morto Mario Zanni, all’età di 80 anni. Ma chi era questo signore? E perché in molti hanno sentito parlare di lui? Mario Zanni era il gestore del bar cantato dal noto cantante Luciano Ligabue: “ci vediamo da Mario, prima o poi…” L’uomo è morto a seguito di alcune complicazioni dovute agli acciacchi dell’età.

Si è spento Mario del bar di Ligabue

Il noto bar della canzone si trova in Emilia-Romagna, precisamente a San Martino in Rio. Luciano Ligabue, dopo il successo della canzone Bar Mario, lo ha citato anche in altre sue canzoni: I duri hanno due cuori, Walter il mago, Certe notti.

Il Bar Mario è diventato il ritrovo dei fan di Ligabue ed ha continuato ad esserlo negli anni, anche quando ha cambiato gestione. Era il lontano 2001, quando l’uomo andò in pensione, dopo 25 anni dietro il bancone.

Mario Zanni è diventato famoso grazie al cantautore. Ligabue si era ritrovato in quel bar, insieme alla sua band ed era proprio in quel posto che aveva avuto le ispirazioni più importanti della sua carriera. Oggi tutti fan di Ligabue si sono rattristati dinanzi la notizia e hanno salutato, con affetto sui social network, il grande Marietto.

I funerali di Mario Zanni

I funerali di Mario Zanni saranno celebrati oggi , 11 luglio, alle ore 15:00. Dopo la funzione, la sua salma verrà cremata

Si è spento Mario del bar di Ligabue

L’uomo sarà sempre ricordato come il barista che serviva da bere a Luciano Ligabue. I fan del cantante, quando si trovano di passaggio a San Martino, si fermano sempre al bar Mario e prima che morisse, cercavano l’uomo. Non era difficile trovarlo, ne riconoscerlo. Sul suo motorino, era sempre disponibile con chiunque.

Si è spento Mario del bar di Ligabue

Dopo il successo delle canzoni, Mario è diventato famoso grazie alle numerose interviste, anche in televisione e il suo volto è diventato indimenticabile.

“Ci vediamo da Mario, prima o poi…”