I legali di Massimo Bossetti non potranno effettuare ulteriori analisi
Non saranno ammesse ulteriori analisi ai legali di Massimo Bossetti durante la revisione delle prove nel caso di Yara Gambirasio
Nel maggio scorso era arrivata una buona notizia per Massimo Bossetti e i suoi legali difensori. La richiesta di poter accedere di nuovo alle prove, dopo tanti respingimenti, era stata finalmente accettata. Oggi, però, si viene a conoscenza del fatto che le prove potranno essere sottoposte a sole analisi visive, senza poter dunque entrare in contatto in nessun modo con i reperti.
Un fatto di cronaca che ha catturato l’attenzione mediatica fin dall’inizio e che continua a farlo ancora oggi, a quasi 13 anni da quel 26 novembre 2010, giorno in cui l’allora 13enne Yara Gambirasio scompariva nel nulla.
Il corpo senza vita di Yara venne ritrovato il 26 febbraio del 2011 e dopo un’indagine senza precedenti, il 16 giugno del 2014 venne arrestato Massimo Bossetti.
Il muratore di Mapello venne incastrato da un riscontro parziale tra il suo dna e quello di una traccia rinvenuta sui pantaloni di Yara.
Lui si è sempre dichiarato innocente e i suoi legali, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini stanno lottando con lui fin dall’inizio.
In diverse occasioni la difesa ha chiesto alla Procura di poter accedere di nuovo ai reperti ed analizzarli, ma fino ad ora tutte le istanze erano state rigettate. L’ultima volta è stata nel 2021, quando la Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo respinse la richiesta.
A maggio scorso una possibile svolta, quando la Cassazione ha accolto la richiesta dei legali di Massimo Bossetti.
Intoppo nell’operato della difesa di Massimo Bossetti
Questo accesso ai reperti, tuttavia, come si è saputo fin dall’inizio potranno essere effettuati restando in dei limiti abbastanza importanti.
Come si legge nelle motivazioni, infatti, al momento “è permesso solo l’accesso e la sola osservazione dei reperti, previa adozione di ogni cautela atta a garantire l’integrità dei medesimi, e con esclusione di ogni attività implicante interventi di altra natura, come anche di ogni attività, non importa se ripetibile o meno, che comporti il contatto fisico con gli oggetti“.
Secondo il procuratore e il pm incaricato non dovrebbero essere permesse ulteriori analisi, anche perché il processo è già definitivo e non esiste un quarto grado di giudizio.
Seguiranno aggiornamenti su questa vicenda che continua a riempire le pagine di giornali e tg di cronaca nazionale.