“Il bambino è in ostaggio in Italia!” Le parole della zia materna del piccolo Eitan Biran

Crollo funivia del Mottatore, le parole della zia materna del piccolo Eitan Biran su ciò che sta accadendo

È ancora in corso la battaglia legale tra le due famiglie del piccolo Eitan Biran, il bimbo sopravvissuto al crollo della funivia del Mottatore. La zia materna in un’intervista con Ansa, insieme al suo legale, ha deciso di raccontare tutto ciò che sta vivendo e quello che sta facendo la sorella del padre, morto nella strage.

zia eitan biran
CREDIT: FACEBOOK

Una vicenda che ancora adesso non riesce a trovare una conclusione. Il bambino nel frattempo è stato affidato alla zia paterna, Aya Biran.

Tuttavia, la sorella della madre Gali Peri, chiede di poterlo adottare. La donna dice che quelle persone non erano in contatto con la famiglia scomparsa nel crollo della funivia.

Il desiderio della madre del bimbo era quello di crescerlo con un’educazione ebraica ed israeliana, cosa che a suo parere non è possibile con quelle persone. La zia infatti ha detto:

zia eitan biran
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Eitan è stato sottratto da una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo. Il Tribunale ha disposto due visite la settimana di due ore e mezza.

Ma quando il tempo scade, Eitan si dispera, chiede perché lo lasciamo così presto e domanda se ha fatto qualcosa di male. La nostra sensazione è che loro vogliono staccarlo da noi ed è quello che accadrà se continuano così.

Le parole di Ronen Dlayahu, il legale della zia materna del piccolo Eitan Biran

La famiglia materna infatti ha deciso di presentare una domanda per la sua adozione. Tuttavia, la strada per poter procedere è ancora molto lunga. Il bambino nonostante il dramma che ha vissuto ancora non riesce a trovare la pace che merita. Ha perso i genitori ed il fratellino di 2 anni.

Infatti Ronen Dlayahu il legale di Gali Peri, ha deciso di rompere il silenzio sempre nell’intervista con Ansa. L’avvocato ha dichiarato:

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Eitan è tenuto in ostaggio, mentre noi, dopo la tragedia, osservavamo la tradizionale settimana ebraica di lutto profondo. Lo abbiamo appreso solo a posteriori. Tutto ciò è avvenuto in forma scorretta.