Il cugino di Saman Abbas, dalla prigione, rivela di un giuramento sul Corano
Non sarebbero stati solo loro 5 a partecipare al delitto di Saman Abbas e tutta la famiglia avrebbe fatto un giuramento sul Corano
Nuovi dettagli sul racconto del cugino di Saman Abbas, una confessione fatta ad un compagno di cella, che è finita agli atti del processo. Ma quanto è credibile? Gli inquirenti credono che debba essere valutata con cautela.
Ikram Ijaz, catturato insieme all’altro cugino e allo zio Danish, si trova in prigione. Ha rivelato ad un compagno di cella che tra i membri della famiglia c’era un accordo. Hanno giurato sul Corano che nessuno di loro avrebbe mai rivelato i dettagli del delitto di Saman Abbas.
Ha poi svelato la sua versione dei fatti. Secondo Ikram il piano sarebbe stato di Shabbar, il padre della 18enne pakistana. Gli aveva mancato di rispetto, non voleva sposarsi con il matrimonio combinato e si era invaghita di un ragazzo conosciuto sui social. Compiuti 18 anni, la giovane voleva essere libera.
I due genitori l’avrebbero quindi portata nelle campagne poco distanti dall’abitazione, per consegnarla nelle mani di Danish. Lui e l’altro cugino l’avrebbero tenuta ferma per le mani e per i piedi, mentre lo zio la strangolava.
In seguito, sempre Danish si sarebbe occupato di farla a pezzi, metterla in dei sacchi e gettarla nel Po.
Il corpo senza vita dell’adolescente pakistana, però, non è mai stato ritrovato dalle forze dell’ordine.
I genitori di Saman, Shabbar e Nazia, sono fuggiti in Pakistan e oggi risultano latitanti. Tutti e 5 i membri della famiglia sono accusati del presunto delitto della 18enne.
La rivelazione del cugino in cella è finita agli atti del processo, con data 4 marzo 2022. Nella sue dichiarazioni, emergono anche dettagli che riguarderebbero altri membri della famiglia, non finiti nel registro degli indagati.
Tutta la famiglia, in merito all’omicidio premeditato, ha fatto un accordo, tipo giuramento sul Corano di non rivelare mai l’omicidio e le modalità di esecuzione, che riguardava tutti i partecipanti e tutte le persone a conoscenza dei fatti.
Dopo essersi disfatti del corpo della povera Saman, tutti i partecipanti al delitto, sempre secondo il racconto del detenuto, avrebbero bruciato i propri vestiti e si sarebbero disfatti di ogni prova.