Il racconto di Alexander, un padre che ha protetto suo figlio durante la sparatoria a Chicago
Ha messo suo figlio in un cassonetto della spazzatura per proteggerlo dai proiettili: la storia di un papà di nome Alexander
Alexander è un papà, testimone della sparatoria accaduta a Chicago, nell’Highland Park. Ha fatto di tutto per proteggere suo figlio in quei drammatici momenti e la sua storia si è rapidamente diffusa sul web, commuovendo il mondo intero.
Siamo corsi subito dietro un edificio e ho messo mio figlio in un cassonetto della spazzatura. Si è seduto lì dentro con il cane e io sono tornato indietro a cercare il resto della mia famiglia.
È così che Alexander ha protetto suo figlio, mettendolo all’interno di un cassonetto della spazzatura, pur di salvarlo dai proiettili.
La sparatoria si è verificata durante la parata del 4 luglio, la giornata della festa dell’Indipendenza celebrata negli Stati Uniti. Sei persone sono morte e circa 31 persone sono rimaste ferite.
Dopo aver protetto suo figlio, l’uomo lo ha lasciato sotto il controllo di altre persone e poi ha iniziato a correre per ritrovare il telefono che aveva perso e il resto della sua famiglia. Ha raccontato che si erano recati alla parata, iniziata intorno alle 10:00 del mattino, ma finita poco dopo. Tutto è accaduto in pochi istanti, le persone tra la folla sanguinavano e correvano, in cerca di salvezza.
Le forze dell’ordine hanno arrestato un ragazzo di 22 anni di nome Robert Crimo, un noto rapper del posto conosciuto con lo pseudonimo Awake. Non è ancora noto se realmente sia stato lui ad organizzare la sparatoria.
Diverse fonti affermano che sia stato catturato a Lake Forest, mentre era alla guida della sua Hyundai. Era armato. Dopo un breve inseguimento, il rapper si sarebbe fermato e al momento è in attesa di essere interrogato dagli agenti.
La vicenda ha sconvolto tantissime persone. Un testimone ha raccontato: “All’inizio ho pensato che fossero i fuochi d’artificio, non avevo capito che fossero spari. Poi ho iniziato a vedere gente insanguinata che urlava e scappava. È stato orribile”.
Un altro testimone ha invece raccontato: “Ho provato a cercare la mia famiglia. Poi ho scoperto che si erano rifugiati dentro un edificio vicino al percorso. È stato spaventoso, non ho mai visto nulla di simile in tutta la mia vita. Persone terrorizzate e ricoperte di sangue”.