Il racconto di un testimone che ha sentito Mattia Luconi chiedere aiuto

Il racconto di un testimone che ha sentito le urla del piccolo Mattia Luconi e della madre: chiedevano aiuto

Proseguono senza sosta le ricerche da parte dei Vigili del Fuoco, soccorritori e volontari per Mattia Luconi e Brunella Chiù, gli unici due dispersi dopo l’alluvione che ha colpito le Marche. Un uomo che quella sera ha sentito la voce del piccolo che chiedeva aiuto ed ha voluto raccontare l’accaduto.

testimone mattia

Maria Silvia Mereu è una farmacista che lavora nel piccolo comune di Barbara. La sera dello scorso 15 settembre, era appena uscita da lavoro ed era andata a riprendere il figlio dal papà.

Erano in macchina ed erano diretti nella loro abitazione. Pioveva a dirotto. Tuttavia, all’altezza di un ponticello la donna di 42 anni si è resa conto della gravità della situazione.

Un’onda li ha praticamente investiti e con la speranza di potersi salvare, hanno deciso di uscire dal veicolo. A causa della pressione dell’acqua esondata dal fiume, la ragazza non è riuscita ad aprire le portiere. Infatti sono stati costretti ad uscire dal finestrino.

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Maria Silvia Mereu con una mano si teneva aggrappata ad un albero e con l’altra teneva il figlio stretto a sé. Tuttavia, la forza della corrente glielo ha strappato via e da quel momento, del bimbo non si hanno tracce.

Nella giornata di domenica 18 i soccorritori hanno ritrovato il suo zainetto, riconosciuto proprio dai suoi familiari. Era a circa 8 km dal luogo in l’acqua lo ha portato via. Un uomo chiamato Andrea Pasquini, quella sera, ha sentito il bimbo chiedere aiuto.

Il racconto del testimone che ha sentito la voce di Mattia Luconi

Io l’ho sentito, ho sentito più voci. Sono uscito di casa, era tutto buio, sentivo un frastuono infernale. Vedevamo a malapena l’acqua torbida ribollire davanti a casa.

Sentivo le urla di una donna ed insieme come un lamento, un rantolo, come se chiamasse: ‘Mamma, mamma.’ C’era un mio amico dall’altra parte del fiume, sulla strada, era venuto per aiutarci.

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L’ho chiamato e gli ho detto: ‘C’è qualcuno in mezzo al fiume, chiama i carabinieri, c’è qualcuno, avverti i carabinieri ed i vigili del fuoco.’ Abbiamo cercato di indicare il punto dal quale ci sembrava provenissero quelle voci, che si spostavano sempre più a valle. Cercavamo di guardare i soccorsi, dopo circa trequarti d’ora le voci erano scivolate ancora più giù.