Iniziato il processo di Saman Abbas, cosa è successo in aula: “Fratello non credibile”
"Versione non credibile", è iniziato il processo di Saman Abbas. Ecco chi era in aula e cosa è accaduto durante la prima udienza
Ieri, 10 febbraio 2023, è iniziato il processo di Saman Abbas. In aula, le associazioni che si sono costituite parte civile, insieme al fidanzato della 18enne pakistana e tre dei 5 accusati per il suo delitto: lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
Fuori il tribunale si sono radunate le attiviste, con striscioni e manifesti, per chiedere giustizia per la giovane Saman Abbas.
La madre e il padre non erano presenti in aula. La prima è ancora latitante, mentre il secondo si trova in Pakistan, nelle mani delle autorità. L’Italia attende la sentenza per l’estradizione, ma ogni volta, con una scusa diversa, l’udienza viene rimandata. La speranza che Shabbar possa apparire davvero in aula e pagare per quanto commesso, sta ormai svanendo.
Processo Saman Abbas, il legale di Danish non crede alla versione del fratellino
Il legale dello zio Danish ha definito la testimonianza del fratellino di Saman “non credibile“. Proprio grazie al racconto del ragazzo, le autorità sono riuscite a ricostruire il delitto.
Secondo il giovane, sarebbe stato lo zio Danish a convincere i genitori di Saman a punirla per il disonore e sarebbe stato lo stesso a compiere il delitto.
Tuttavia, Danish ha negato le accuse. Ha ammesso di aver aiutato i due cugini a seppellire il corpo, dopo aver indicato il punto dove si trovava e aver permesso, dopo un anno e mezzo, agli inquirenti di trovare di Saman Abbas. Ha raccontato di essere stato svegliato di notte, quando era ormai troppo tardi e che i due cugini erano certi che fosse stata la madre Nazia.
Il legale di Danish crede che le dichiarazioni del nipote e fratello di Saman non siano credibili. Ha rivelato di aver dormito con Danish quella sera, ma per l’avvocato non corrisponde a verità perché le registrazioni delle telecamere non mostrano Danish entrare a casa Abbas.
I giornalisti sono entrati in aula e hanno ripreso due dei tre imputati, dietro il loro consenso. L’unico a non aver dato il permesso alle telecamere è il cugino Ikram Ijaz.
Cristina Beretti, presidente della Corte D’Assise di Reggio Emilia, ha chiesto che il padre Shabbar sia presente almeno in videochiamata per un’udienza il prossimo 17 febbraio. Quale sarà la prossima scusa che arriverà dal Pakistan?