Interrogati i genitori della piccola Kata: l’avvocato della madre rinuncia all’incarico
Scomparsa della piccola Kata: ascoltati entrambi i genitori in Procura e l'avvocata che difende la madre ha rinunciato all'incarico
La giornata di giovedì 15 giugno è stata davvero importante per il caso della piccola Kata, la bimba di 5 anni scomparsa, di cui non si hanno notizie dal pomeriggio di sabato 10 giugno. Entrambi i genitori sono stati ascoltati in Procura e l’avvocata che difendeva la madre, ha rinunciato all’incarico.
Sono in corso tutte le indagini del caso per questa vicenda, che sta tenendo tutta l’Italia con il fiato sospeso. Nessuno sa dove si trova la piccola e soprattutto se sta bene.
La giornata del 15 giugno è stata davvero importante per le indagini. Questo perché gli inquirenti hanno deciso di ascoltare entrambi in genitori in Procura. Il primo è stato proprio il suo papà Miguel e per seconda la madre, Kathrina.
La coppia ancora sconvolta ed addolorata da ciò che sta vivendo, ha voluto lanciare un nuovo appello. In quest’ultimo hanno detto: “Aiutateci a ritrovare nostra figlia, non smettiamo di ripeterlo. Ci sentiamo confusi, frastornati.”
Gli agenti dei Ris inoltre, hanno deciso di sequestrare anche lo spazzolino della bambina, che era dentro la stanza dell’hotel in cui vive con la famiglia. Proprio da quel luogo risulta essere sparita, mentre era affidata ad uno zio e la madre era a lavoro.
Scomparsa Kata: l’avvocata ha rinunciato all’incarico
Una notizia davvero importante è anche quella che l’avvocata che difendeva la madre, Daica Rometta, dell’associazione Penelope Toscana, ha rinunciato all’incarico. Nel comunicato inviato a Chi l’ha Visto?, ha scritto:
Reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento di questo delicatissimo mandato, mi hanno suggerito di rinunciare all’incarico professionale. Ho suggerito alla madre di nominare un altro legale.
Il padre di Kata in un’intervista nella stessa trasmissione che va in onda su Rai3, ha detto di essere convinto che la figlia è stata rapita.
La pista seguita dagli inquirenti è proprio quella del racket degli affitti in quell’hotel. La famiglia di origine peruviana infatti, non ha una casa, ma vive all’interno di una stanza di quella struttura, che sembra essere controllata da diverse organizzazioni.