James Markham, di 47 anni, ucciso da una baby gang che stava bullizzando sua figlia
Era intervenuto per difendere sua figlia da alcuni bulli che la stavano aggredendo: James Markham accoltellato tre volte e ucciso
Era l’agosto dello scorso anno quando un uomo di 45 anni di nome James Markham ha perso la vita nel tentativo di difendere sua figlia dall’assalto intimidatorio di una baby gang. I giovani lo hanno colpito con tre coltellate, di cui una al torace che alla fine si è rivelata fatale. A fine agosto ci sarà il processo per il 15enne ritenuto responsabile dell’omicidio.
Una vicenda che risale a circa un anno fa, precisamente al 9 di agosto del 2021.
James, un uomo di 45 anni residente a Londra, era tornato prima a casa da lavoro, quando si è accorto di ciò che stava succedendo ad una dei suoi tre figli minorenni.
Dei bulli stavano aggredendo verbalmente la ragazza e il muratore 45enne è subito intervenuto per difenderla. Ha preso la punta di un trapano e si è rivolto verso la baby gang, si suppone con il solo intento di spaventarli.
I ragazzi però non hanno recepito il messaggio ed hanno deciso di reagire. Uno di loro in particolare, un ragazzino di soli 15 anni, ha estratto un coltello da cucina e ha pugnalato l’uomo per tre volte.
L’uomo ha ricevuto tre fendenti. Uno alla schiena, uno sotto l’ascella e uno al torace. I soccorritori avvertiti dai testimoni sono subito intervenuti sulla scena, ma a nulla è servito il loro sforno per cercare di salvargli la vita.
L’esame autoptico svolto sul cadavere di Jame Markham ha evidenziato che il colpo fatale è stato quello al torace, che trapassando lo sterno ha ferito un polmone causando un’emorragia.
Il processo per l’omicidio di James Markham
La vicenda ha scioccato tutti e l’ispettore investigativo John Marriot, che si è occupato delle indagini, ha dichiarato:
James era un amorevole padre di famiglia che lascia una moglie e tre figli. Quel giorno si è trovato di fronte a uno scenario orribile che nessuna famiglia avrebbe dovuto mai sopportare.
Il prossimo 26 agosto dovrebbe arrivare la sentenza definitiva, che ad un anno di distanza dai fatti dovrebbe fare giustizia e condannare l’autore dell’omicidio ad una pena detentiva senza dubbio consistente.
Gli inquirenti avevano arrestato il ragazzo pochissime ore dopo l’uccisione, dopo averlo rintracciato grazie al telefono che lo stesso aveva perso mentre fuggiva.