La sentenza per il delitto di Carol Maltesi fa discutere: le parole del Sindaco di Rescaldina
Davide Fontana è stato condannato a 30 anni di reclusione, niente ergastolo per l'uomo che ha messo fine alla vita di Carol Maltesi
La sentenza per il delitto di Carol Maltesi fa discutere. La Corte D’Assise, per il primo grado, ha condannato Davide Fontana a 30 anni di reclusione. Nessun ergastolo.
Tra le tante persone che in questi giorni hanno fatto sentire la propria voce, c’è anche il Primo Cittadino di Rescaldina. Gilles Ielo non ha giudicato la decisione del giudice, ma ha voluto esprimere la propria opinione, anche in sostegno della famiglia di Carol Maltesi. Tutti si aspettavano che Davide Fontana, visto quanto ha fatto alla giovane mamma, venisse condannato all’ergastolo:
Ho voluto sentire anche il nostro avvocato, al quale avevamo affidato la costituzione di parte civile. Sulla sentenza, per rispetto delle istituzioni e dei ruoli, non mi permetto di esprimere giudizi. Tuttavia, per quanto di mia coscienza, il rammarico resta per alcuni aspetti. Sulla premeditazione non riconosciuta vi sono valutazioni inerenti a quanto emerso dalle indagini che possono giustificare il provvedimento, sui futili motivi invece c’è una chiara espressione discrezionale, che non mi sento di condividere. E Per il comportamento adottato dopo il delitto, con evidenti e gravi tentativi di nascondimento e depistaggio, ci si aspettava una pena più severa.
Per l’accusa, al contrario di quanto deciso con la sentenza, le aggravanti ci sono tutte. Davide Fontana e Carol Maltesi si sono conosciuti nel mondo dell’hard. Lui si è invaghito di lei e quando ha capito che si sarebbe trasferita lontano, perché voleva riavvicinarsi al suo bambino, ha messo fine alla sua vita.
Com’è morta Carol Maltesi
Davide Fontana ha assistito ad una telefonata tra Carol Maltesi e il suo ex compagno. L’ha ascoltata mentre gli confidava il suo desiderio di trasferirsi di nuovo vicino al loro bambino.
Così, si è finto un cliente e le ha chiesto un filmino particolare. Per realizzarlo, Carol ha chiesto aiuto proprio al suo amico Fontana.
Approfittando del fatto che fosse legata, l’ha uccisa a colpi di martello e con un fendente finale alla gola. Ha poi fatto a pezzi il suo corpo e conservato per mesi i resti in un piccolo congelatore acquistato online.
Per tutto il tempo si è finto Carol, usando le sue carte di credito e rispondendo ai suoi messaggi. Non potendo più andare avanti, alla fine ha nascosto i resti in dei sacchi neri e li ha gettati in un dirupo a Borno. Questi sono stati trovati da un passante, che sotto choc ha subito lanciato l’allarme.