Le bugie di Rosa Fabbiano, dopo l’omicidio della madre
Per due mesi, è riuscita a nascondere il delitto e l'odore stomachevole che proveniva dal bagno dell'abitazione: le bugie di Rosa Fabbiano
Sono numerose le bugie di Rosa Fabbiano, attualmente arrestata ed accusata di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. Ha ucciso la mamma 84enne Lucia Cipriano.
Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, il limbo di bugie oscure della figlia maggiore della donna (57 anni), è iniziato il 24 marzo. Erano circa le 22:00, quando Rosa Fabbiano riceve una chiamata dalla badante che si occupava di sua madre. Quest’ultima le chiede di raggiungerla, si trovava nell’abitazione con una guardia medica. Voleva mostrale come le condizioni dell’anziana donna, non più autosufficiente, erano peggiorate nell’ultimo periodo e come lei stessa non riusciva più a gestirla.
Insieme al medico, è stata l’ultima ad aver visto Lucia Cipriano ancora viva.
Il successivo giorno, Rosa la chiama per dirle che può recuperare tutte le sue cose personali fuori dall’abitazione. Da quel momento, la vita dell’anziana donna cade in un buco nero. Quando le altre due figlie, Cosima e Loredana domandavano alla sorella maggiore della madre, quest’ultima rispondeva con scuse sempre diverse. “Ha il Covid”, “È a casa mia”, “Si trova in una casa di riposo”.
La confessione di Rosa Fabbiano alla sorella Loredana
Alla fine, Loredana decide di salire in macchina da Trento e di andare a trovare la madre di persona. Giunge all’abitazione, dove ad aspettarla c’è Rosa. Entra in casa, tutto è in ordine e le finestra spalancate. Non sospetta nulla, viste le alte temperature. Ignara del fatto che la sorella stava cercando di nascondere l’odore di decomposizione che proveniva dal bagno.
Alla fine, la sorella maggiore crolla e confessa il delitto. Le dice di aver fatto un casino e la prega di accompagnarla a costituirsi. Poi cambia idea e fugge via. Loredana allerta subito le forze dell’ordine e Rosa Fabbiano viene catturata nei campi. Durante l’interrogatorio, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Ha portato la madre in bagno, l’ha fatta entrare nella vasca e poi l’ha imprigionata sotto un telo di cellophane sigillato con il nastro adesivo. L’anziana signora è morta soffocata. In seguito, ha fatto a pezzi il suo corpo con una sega, rinvenuta nella casa e ha nascosto la verità per due mesi.
Anche al marito e al figlio, l’omicida raccontava le stesse bugie. Nessuno riusciva più a contattare Lucia Cipriano. Rosa Fabbiano aveva spiegato di averla portata in una casa di cura, perché era diventata ormai ingestibile.
L’unica ad aver sentito quell’odore forte, è stata una vicina di casa. Ma a questa Rosa aveva risposto che stavano rifacendo il bagno.
Secondo il Gip, il movente dell’omicidio è riconducibile “all’assoluta incapacità dimostrata dall’indagata nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati”.