Le condizioni in cui è stata trovata la casa di Martina Patti, la mamma che ha ucciso la piccola Elena
L'ordine maniacale in cui è stata trovata la casa di Martina Patti, dove viveva anche la piccola Elena
Nella puntata di venerdì 24 giugno di Quarto Grado, durante un servizio, sono state trasmesse delle foto inedite della casa in cui Martina Patti viveva con sua figlia Elena. Il criminologo Massimo Picozzi è rimasto colpito dall’ordine maniacale in cui erano tutti gli oggetti.
Sono ancora in corso tutte le indagini per questa vicenda straziante, che ovviamente ha sconvolto tutto il Paese. La mamma fino a quel giorno non aveva mostrato campanelli d’allarme.
Nella puntata di venerdì, il noto conduttore della trasmissione di Rete4 è riuscito a mandare in onda delle immagini inedite della casa di Mascalucia, in cui vivevano Martina Patti e sua figlia Elena. Il criminologo presente, Massimo Picozzi, non è riuscito a far a meno di notare l’estremo ordine in cui erano tutti gli oggetti. Su questo ha dichiarato:
Ho notato un’assonanza con la casa di Cogne, dove Annamaria Franzoni uccise il piccolo Samuele. Una delle cose che mi aveva colpito di quella casa era come se seguisse un principio, quello di spazzare la polvere sotto il tappeto.
C’erano suppellettili messi via ancora sporchi, come se qualcosa scattasse nella mente di queste persone come se volessero isolarsi e prendere le distanze.
Le parole del criminologo anche sulla doccia che Martina Patti si è fatta dopo l’omicidio
Dalla confessione della madre di Elena, è emerso che dopo aver messo fine alla vita di sua figlia in quel campo, è tornata a casa e si è fatta una doccia.
Tuttavia, questo racconto ha colpito ancora una volta il criminologo Massimo Picozzi intervenuto nella stessa serata a Quarto Grado. Su questo aspetto ha detto:
Il particolare della doccia lo troviamo in tanti casi. È un po’ come se simbolicamente l’assassino volesse lavarsi la coscienza.
In realtà questa donna premedita il delitto, ma non è una criminale professionista. Tutto il suo pensiero è concentrato sull’eliminazione di quella che evidentemente non era più sua figlia, era un oggetto, come purtroppo spesso accade.