L’interrogatorio di Alessia Pifferi: “Le ho dato delle gocce”
La ricostruzione di Alessia Pifferi sulla tragica morte della figlia Diana, davanti agli inquirenti. Non ha versato nemmeno una lacrima
Terribili dettagli sono emersi nelle ultime ore sulla morte della piccola Diana, lasciata in casa da sola per 6 giorni a soli 16 mesi di vita, dalla madre 37enne Alessia Pifferi.
È stata costretta a starsene in un lettino da campeggio, con accanto un biberon di latte, che gli inquirenti hanno trovato vuoto. La piccola ha lanciato via il pannolino sporco e un altro è stato rinvenuto su davanzale, con i vermi.
Diana è morta di stenti, morta per la fame e la sete e la sua mamma era ben consapevole che al suo rientro, molto probabilmente, l’avrebbe trovata morta.
È stata interrogata e le parole di Alessia Pifferi sono state davvero difficili da ascoltare. Ha lasciato da sola la figlia, per la prima volta, 4 settimane fa. È stata via solo per qualche ora, poi le sue uscite si sono trasformate in week-end e l’ultima volta in quasi una settimana.
La cambiavo e le lasciavo due biberon nella culla.
Nessuna lacrima durante l’interrogatorio, nessun senso di colpa. Ha detto di non essere mai tornata a Milano in quei sei giorni, ma il suo nuovo compagno ha presto smentito le sue dichiarazioni. L’uomo ha raccontato che lunedì scorso sono tornati a Milano perché lui doveva sbrigare questioni di lavoro e lei non gli ha nemmeno chiesto di passare per casa. Lui sapeva che la piccola era al mare con la sorella di Alessia.
Giovedì 14 luglio, alle ore 18:55, le ha dato alcune gocce di tachipirina, perché stava male ed era convinta che fosse per i dentini. Poi l’ha lasciata da sola in casa e si è recata in provincia di Bergamo dal nuovo compagno.
Pesavo di partire giovedì e tornare venerdì.
Ma invece è rimasta con l’uomo per sei giorni.
Gli avevo detto che Diana era al sicuro, al mare, accudita da mia sorella. Ho mentito perché mi sentivo sempre giudicata.
Ai vicini, alla famiglia, a tutti diceva che in casa con la piccola c’era una babysitter. Diana per Alessia Pifferi era un peso, un ostacolo, una figlia non voluta ma arrivata all’improvviso. Non ha mai detto al padre biologico della sua esistenza. Si tratterebbe di un uomo con cui aveva avuto una relazione non duratura.
Gli investigatori, in casa, hanno trovato del benzodiazepine, lasciato sul mobile della cucina. E sospettano che potrebbe averlo dato alla figlia per tenerla calma. Questo spiegherebbe perché nessun vicino per 6 giorni ha sentito un lamento della piccola, mentre moriva di stenti. Nessun pianto disperato.
Quando è tornata a casa, Alessia Pifferi ha subito capito che Diana era morta:
Ho visto che non si muoveva, le ho dato una pacchetta sulla schiena. Le ho messo i piedi nel lavandino per bagnarla, ma non reagiva.
Così si è rivolta alla vicina di casa, che ha chiamato il 118.
Non sono una cattiva madre.