Luca Marengoni e il commovente post pubblicato dalla zia Marilena
Sono parole molto sentite e toccanti, quelle di Mailena Marengoni, la zia di Luca, il ragazzo investito e ucciso dal tram a Milano
Con una lunga e toccante lettera pubblicata sui social, Marilena, la zia paterna di Luca Marengoni, il ragazzo investito da un tram a Milano all’inizio della settimana scorsa. Sono parole di dolore incalcolabile, ma anche di ringraziamento verso coloro che hanno dimostrato vicinanza alla sua famiglia in questi drammatici giorni.
Lo scorso 8 novembre era un martedì mattina come tanti e Luca, così come molti suoi coetanei, alle prime ore del mattino si stava recando a scuola. Frequentava il primo anno al liceo Einstein di Milano.
Arrivato con la sua bici a poche centinaia di metri dalla scuola, un tram lo ha travolto in pieno, spezzandogli la vita sul colpo.
La procura ha aperto un’indagine sull’accaduto e ora si cercherà di fare chiarezza sulla dinamica del sinistro.
Oltre a questo, però, resta un dolore immenso che ha coinvolto non solo ovviamente la sua famiglia, ma una città intera.
Gli alunni dell’Einstein hanno osservato un minuto di silenzio per Luca, così come quelli della scuola media che ha frequentato fino a pochi mesi prima. L’associazione Massa Marmocchi ha organizzato un flashmob per lui. Tanti hanno portato fiori e striscioni sia nella sua scuola che sui binari di quel maledetto tram in cui si è spento per sempre.
Le parole della zia di Luca Marengoni
Per capire ulteriormente quanto Luca Marengoni fosse amato e ben voluto da tutti, basta leggere la lunga e toccante lettera che sua zia Marilena, insegnante presso l’istituto Marconi di Gorgonzola, ha scritto e pubblicato sui social.
La donna ha iniziato ringraziando tutti per l’ondata inaspettata di affetto che lei e la sua famiglia hanno ricevuto in questi giorni drammatici. Poi ha ovviamente ricordato suo nipote.
(…) Il nostro cuore, ora, forse non è del tutto spezzato, ma ha crepe profonde, da cui fuoriesce il dolore.
Perché Luca era un ragazzo empatico che sapeva farsi voler bene. Era uno studente brillante, ma non un secchione o un saccente, uno che amava divertirsi, creare cose, lanciare sfide con le racchette, da tennis (sport che praticava) e da ping pong (voleva riuscire a battere il papà, per poi sfidare anche lo zio, ritenuto imbattibile). Amava i cuccioli, accarezzava i gatti, voleva diventare più alto del fratello maggiore… ed aveva sempre un sorriso anche per i nonni. Era quello che spingeva la famiglia a fare progetti e a perseguirli con tenacia… insomma, era luce e gioia all’ennesima potenza.
La sua forza e la sua gioia non possono andare persi, io penso che usciranno, nonostante la fatica, da quelle stesse crepe da cui ora esce solo dolore.