L’ultimo straziante addio ad Andreea Rabciuc, dopo il ritrovamento dei resti: le parole commoventi dell’amica

L'ultimo addio ad Andreea Rabciuc: una bara bianca e quell'unicorno peluche che amava tanto

Strazio e dolore durante l’ultimo addio ad Andreea Rabciuc. La 27enne era scomparsa nel 2022, per tanto tempo le ricerche non avevano portato ai risultati sperati, fino al recente straziante aggiornamento, arrivato dopo due lunghi anni.

Ultimo addio ad Andreea Rabciuc

I resti di Andreea Rabciuc sono stati trovati all’interno di un casolare diroccato di proprietà privata a Castelplanio. Una scoperta sconvolgente fatta proprio da uno dei proprietari, che aveva deciso di pulire il suo stabile. Dopo tutti gli esami necessari e la conferma del test del Dna, la salma della 27enne è stata consegnata ai familiari. Ieri, 20 marzo, è stato celebrato il suo ultimo addio presso la Cattedrale di Jesi.

Tante persone si sono riunite per salutare Andreea un’ultima volta e per stringersi al dolore di mamma Georgeta Cruceanu e del suo compagno Simone Gatti. Una bara bianca, accompagnata da fiori colorati e un pupazzo di un unicorno, un animale che la ragazza aveva sempre amato.

Ultimo addio ad Andreea Rabciuc

Non erano presenti invece il suo papà biologico, colui a cui Andreea aveva mandato l’ultimo messaggio prima di scomparire e il suo ex fidanzato Simone Gresti, al momento unico indagato per il suo misterioso presunto delitto. Sono tanti i punti oscuri che avvolgono il decesso della giovane, come quella scritta incisa nel casolare, il brandello di sciarpa, il litigio con il fidanzato e il cellulare lasciato nelle mani dello stesso.

Se lui non mi avesse tolto il cellulare, avrei chiamato mamma.

La commovente lettera per Andreea Rabciuc

L’amica di Andreea Rabciuc ha scelto di leggere una commovente lettera scritta dai suoi colleghi per la fiaccolata dello scorso 12 marzo. Parole che hanno straziato il cuore di tutti i presenti:

Ultimo addio ad Andreea Rabciuc

È impossibile accettare che Andreea non ci sia più, impossibile accettare un mondo in cui manca il suo sorriso generoso, quello che destinava a tutti, specchio di un cuore profondo e complicato facile da afferrare e facilissimo da sfruttare. Se in questo cuore avevi la fortuna di rimanere, allora trovavi un posto sicuro, una casa per sempre. Impossibile non ricordare la semplicità di questa ragazza che non la mandava a dire e che non aveva paura di niente e nessuno. Non temeva di farsi sentire né di farsi vedere, colorata com’era. Impossibile non essere rapiti dal mondo magico che Andreea rappresentava con un cappello con le orecchie e uno zainetto a forma di unicorno. Questo vogliamo fare: credere all’impossibile. Credere agli unicorni perché credere significa anche pretendere che l’impossibile accada e pretendere che chi sa, parli.