Lutto nel mondo della moda, morto Giorgio Gucci

Se ne va uno dei nipoti di Guccio Gucci

Il mondo della moda piange la scomparsa, all’età di 92 anni, di Giorgio Gucci, nipote di Guccio Gucci, fondatore nel 1921 del celebre marchio toscano. Ad annunciare il triste evento è stata la famiglia, attraverso una nota inoltrata alla stampa. Primo figlio di Olwen e Aldo Gucci, apparteneva alla terza generazione.

Giorgio Gucci: il padre lo ha avviato all’imprenditoria

L'eleganza di Giorgio Gucci

La comunicazione inviata ai mass media parla di uno dei fautori della espansione memorabile della casa di moda fiorentina. Tutti lo hanno amato come un uomo dallo spirito creativo e integerrimo. Ha sostenuto una casata che ha portato il vessillo dello stile e della moda italiana oltre confine. Giorgio Gucci ha iniziato a lavorare nella capitale presso la rinomata boutique di via Condotti, aperta dal padre che lo ha avviato all’imprenditoria.

La maison scelta da diva internazionali

Boutique Gucci

Il prestigio della maison cresce e le creazioni vengono scelte da dive come Maria Callas, Jackie Kennedy e Audrey Hepburn. Il lancio del logo con la doppia G sul tessuto in canvas per borse e accessori avviene negli Anni Sessanta; nel decennio seguente il debutto del prêt-à-porter mentre nel 1981 la prima sfilata organizzata a Firenze.

Tra le sue passioni principali quelle per l’arte e i cavalli. Un padre di famiglia integro e viaggiatore instancabile, si legge sempre. I cari ricordano che aveva un debole nei confronti dei cavalli, per cui provava affetto ed empatia. Li cresceva in provincia di Grosseto, al Monte Argentario, luogo ove soggiornava nel corso dei mesi estivi.

Promotore dell’arte

Giorgio Gucci parla coi giornalisti

Inoltre, aveva a cuore l’arte, tanto da spendersi in prima persona nella promozione e nella ricerca degli artisti di vario genere, con una predisposizione particolare per la pittura.

Giorgio Gucci: sensibilità riversata nelle collezioni

Giorgio Gucci si concede ai fotografi

Da buon collezionista d’arte, lo caratterizzava una sensibilità verso l’effimero, che, durante gli anni in cui era al vertice dell’azienda, riversava nel gusto delle collezioni Gucci. Sapeva trarre ispirazione dai dettagli, dall’estro altrui e lo interpretava in modo unico e inconfondibile, conducendo il brand a nuovi lidi.