Lutto per la Ferrari, se ne va un pezzo di storia

Ha contributo in maniera decisiva ai successi del Cavallino rampante

La Ferrari piange la scomparsa di un pezzo di storia: è morto Romolo Tavoni, 94 anni, uno degli ultimi superstiti del gruppo capeggiato dal fondatore Enzo Ferrari. Classe 1926, Tavoni fu fidato braccio destro del Drake, accompagnandosi in diversi e numerosi ruoli all’interno del team di Maranello, a partire dal 1950, anno del primo campionato del mondo di Formula 1.

Romolo Tavoni: il lavoro in Ferrari

Romolo Tavoni scatto storico

La carriera di Romolo Tavoni è continuamente stata costellata da promozioni sul campo. Da segretario personale a stretto collaboratore, fino alla nomina di direttore sportivo del Cavallino rampante dal 1957 al 1961. Un quadriennio che ha toccato l’apice con il primo titolo iridato costruttori e due piloti, “cortesia” di Mike Hawthorn e Phil Hill.

Un compromesso inaccettabile

Romolo Tavoni al lavoro

Il divorzio si consumò nei primi Anni Sessanta, per colpa delle interferenze di Laura Garello, la consorte del Commendatore, nella gestione della squadra: un compromesso che il suo carattere diretto e schietto non poteva consentirgli di accettare.

Ciononostante rimase nell’animo un grande ferrarista, nonché molto legato da un punto di vista puramente umano al suo amico Enzo.

L’apporto alla celebre Formula Monza

Tavoni parla

Chiusa la fruttuosa collaborazione professionale, Tavoni portò comunque avanti la carriera nel mondo delle corse. Difatti, nel 1963 approdò in Ats e nel 1966 con la Scuderia Serenissima preparò una vettura da affidare a Bruce McLaren. Poi ottenne la carica di direttore dell’autodromo di Monza, garantendo il suo apporto nel lancio della celebre Formula Monza, fucina di talenti italiani della levatura di Michele Alboreto e Ivan Capelli.

Romolo Tavoni: uomo Ferrari

Oggi Romolo Tavoni

Alle colonne del Resto del Carlino il veterano giornalista Leo Turrini ha raccontato di aver raramente conosciuto una bella persona come Romolo Tavoni. Ha reso onore all’Italia e a Modena. Soprattutto la Ferrari, senza il suo fondamentale contributo, non sarebbe diventata ciò che è oggi.