Marco Manganotti discriminato anche dopo la morte: la rabbia della moglie
Per via della stazza di suo marito Marco Manganotti, Nadia non ha potuto scegliere una bara, né optare per la cremazione
Ha causato molto clamore la vicenda legata alla morte di Marco Manganotti, un cuoco della provincia di Verona scomparso a 58 anni lo scorso 25 giugno. Per via del suo sovrappeso, racconta la moglie Nadia, ha dovuto subire discriminazioni anche negli ultimi atti della sua esistenza e in quelli successivi alla morte.
Marco, come racconta la donna che lo amava da 8 anni, nell’arco della sua vita ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Il suo peso, circa 180 kg, oltre ai disagi della vita quotidiana, gli aveva causato anche diversi problemi di salute. Dall’ipertensione al diabete e all’insufficienza renale.
Ciononostante, aveva sempre vissuto la vita il più serenamente possibile, pianificando il suo futuro, amando una donna, la sua Nadia con cui era sposato da 8 anni, e lavorando come cuoco.
Questo finché un tumore al colon non lo ha portato via lo scorso 25 giugno. La sua morte ha causato tanta tristezza a tutti coloro che lo amavano per la meravigliosa persona che era.
Nadia in primis pensava che ora, almeno, erano finite le sue sofferenze. E invece, come ha raccontato disperatamente, il suo uomo ha dovuto subire il peso della sua diversità anche dopo aver lasciato la terra.
La rabbia della moglie di Marco Manganotti
La prima discriminazione post mortem, Marco Manganotti l’ha subita già nel momento in cui si doveva scegliere la bara. La moglie Nadia ha infatti raccontato che non c’era possibilità di scelta, ma che adatta alla sua stazza ce n’era solo una.
Marco voleva essere inserito in un loculo accanto ai genitori, ma anche questo non è stato possibile, per via delle misure standard dei loculi.
Racconta disperata la moglie, che poi spiega che non è stato possibile nemmeno procedere alla cremazione, poiché la bocca del forno era troppo piccola e il suo corpo non ci sarebbe passato.
L’unica possibilità, ha continuato la donna, è stata quella della sepoltura a terra.
L’intenzione della donna, oltre che rendere giustizia a suo marito, è quella di lanciare un messaggio che possa servire in qualche modo a cambiare le cose, soprattutto per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione del suo Marco.
Nel dolore e nella vergogna la gente che si trova nella nostra stessa situazione tace, ma io non me la sento di stare zitta. Non esiste che non abbiamo una scelta, nemmeno nel momento della morte.