Matteo Messina Denaro: rompe il silenzio la figlia e smentisce le notizie diffuse

La figlia di Matteo Messina Denaro, attraverso il suo legale, smentisce le notizie diffuse dai giornalisti, dopo l'arresto del boss

Lorenza Alagna è la figlia naturale del boss Matteo Messina Denaro. Dopo le prime notizie emerse, ha deciso di rompere il silenzio attraverso il suo legale.

arresto Matteo Messina Denaro

Le testate giornalistiche avevano riportato la notizia che la donna aveva rivelato di non voler avere nulla a che fare con il padre. Ma dopo le dichiarazioni dell’avvocato, è stato smentito.

Questo il messaggio diffuso a mezzo stampa:

‘Non ho mai rinnegato mio padre e non ho mai detto che non andrò a trovarlo in carcere’. A seguito dell’arresto di Messina Denaro Matteo, il bailamme massmediatico innescatosi non ha risparmiato la figlia, Lorenza Alagna. Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento. Riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna, atta a rinnegare ogni contatto con il padre.

covo Matteo Messina Denaro

E ancora:

Si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente. Visto che la figlia non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la sussistenza della sua volontà di rinnegare ogni contatto con il padre dopo l’arresto. Con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con il padre fin dalla nascita.

L’arresto di Matteo Messina Denaro

Dopo 30 anni di latitanza, il boss più ricercato d’Italia, Matteo Messina Denaro, è stato catturato. È accaduto dopo un blitz nella clinica dove si sottoponeva alle cure per un tumore.

Le notizie diffuse, parlano di lunghe indagini. Indagini effettuate grazie alle intercettazioni della famiglia e alla ricerca dei malati oncologici.

il vero Andrea Bonafede

Matteo Messina Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede. Un nome “preso in prestito” da un amico di lunga data. Il vero Bonafede è ora accusato di favoreggiamento aggravato e associazione mafiosa.

Oltre ad avergli ceduto la sua identità, perfino un documento timbrato dal comune, l’uomo ha acquistato una casa a suo nome. Permettendo così al boss di usarla e nascondersi. Le forze dell’ordine, all’interno dell’abitazione, hanno trovato un’agenda, che secondo le prime notizie diffuse, conterrebbe nomi, appuntamenti e la sua contabilità.