Michael Owen e il dramma del figlio James diventato cieco
L'ex campione inglese Michael Owen ha raccontato il dramma del figlio James, il quale soffre di una malattia genetica che lo ha reso cieco
Un vero e proprio dramma è quello che sta vivendo l’ex calciatore inglese Michael Owen. Suo figlio James, infatti, è affetto dalla sindrome di Stargardt, una malattia oculare rara, che lo ha reso clinicamente cieco a soli 18 anni. L’ex pallone d’oro, ospite in un programma britannico, ha raccontato le sue emozioni a riguardo e annunciato l’uscita di un documentario che parlerà proprio del mondo dello sport per non vedenti.
Michael Owen è uno dei calciatori inglesi più importanti della storia. Dal 1996 al 2013 ha vestito le maglie di club gloriosi come Liverpool, Real Madrid, Newcastle e Manchester United, oltre a quella della nazionale inglese, di cui è stato anche capitano. Nel 2001, all’apice della sua carriera, ha vinto il prestigioso Pallore d’oro.
Oggi Owen è un marito e padre amorevole, che proprio insieme a suo figlio sta lottando per un dramma che li ha colpiti.
James, suo figlio di appena 17 anni, è infatti affetto dalla sindrome di Stargardt.
La Sindrome di Stargardt, come riporta il sito Orphanet, è “una malattia oculare rara, di solito caratterizzata da perdita progressiva della visione centrale associata a chiazze maculari e perimaculari irregolari di colore giallo-bianco sul fondo dell’occhio, e a una lesione atrofica maculare centrale“.
Il ragazzo ha scoperto di avere questa patologia all’età di 8 anni e con il passare degli anni è peggiorato fino ad essere definito dai medici ‘clinicamente cieco’.
Le parole di Michael Owen
Ospiti nel programma Good Morning Britain, James e Michael Owen hanno parlato del loro dramma, con il calciatore particolarmente affranto che ha raccontare di pregare ogni sera nel suo letto affinché venga trovata una cura per la malattia genetica di suo figlio.
Vuoi portargli via tutto il dolore, ti dispiace per lui ogni volta che va in ospedale e prende nuove gocce che gli fanno pizzicare gli occhi e piange tutto il giorno. È stato molto difficile per noi quando abbiamo scoperto che questa era una malattia incurabile al momento.
L’ex calciatore spiega però che cerca di trovare comunque il positivo nella vicenda:
All’inizio guardavo soprattutto gli aspetti negativi, ora siamo concentrati sulle carte che gli ha servito il destino, perché le usi al meglio. Ho molto di cui essere orgoglioso perché è diventato un ragazzo brillante. (…) Preferisco concentrarmi sugli aspetti positivi, come quando devo fare il tassista per lui, e ne sono felice. Ci tiene vicini.